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Ecco come battere l’italian sounding e recuperare 60 miliardi

L’export italiano potrebbe raddoppiare agevolmente se venisse eliminato il problema dell’Italian sounding. Ovvero tutti i prodotti non italiani, che hanno assonanze coi nostri prodotti tipici, ma che non hanno qualità, stile, conoscenze e soprattutto materie prime provenienti dal nostro paese. Come battere l’italian sounding e recuperare 60 miliardi di euro.
La truffa, poiché di questo si tratta, avviene in moltissimi paesi. Purtroppo pensare di bloccare l’esistente con processi o interventi giudiziari non funziona.
Ovvero si regala troppo tempo alle aziende che frodano per continuare a compiere le loro male azioni. Per batterle occorre operare sulle leve del marketing: conoscenza ed informazione puntuale. Messaggi che possono raggiungere immediatamente i consumatori e allertarli.
Nel solo 2022 il fenomeno complessivo è stato pari a 91 miliardi di euro. L’utilizzo di denominazioni, marchi, colori, riferimenti geografici, che evocano l’Italia sulle etichette e confezioni di prodotti agroalimentari non italiani, riguarda soprattutto i consumatori stranieri. Illusi di acquistare veri prodotti Made in Italy, da queste furbesche operazioni di marketing illegali.
Un valore immenso – Un valore immenso quello che il nostro export potrebbe realizzare, se il fenomeno venisse stoppato. Potrebbe più che raddoppiare, passando da 59 a 119 miliardi di euro.
La domanda di prodotti italiani è in costante aumento, e riappropriarsi di quei 60 miliardi mancanti deve divenire una priorità. La filiera agro alimentare italiana non può permettersi uno scippo di questa portata. I prodotti proposti con la tecnica dell’italian sounding sono imitazioni e falsi d’autore che depauperano tutto il settore.
L’incremento dell’export dello scorso anno pari al +15,3% è uno dei più rilevanti dall’inizio del secolo. Ma a questo non corrisponde un valore reale altrettanto elevato. Altre nazioni hanno saputo migliorare molto di più le loro performance. L’export agro-alimentare di Germania, Francia e Spagna ha segnato aumenti percentuali molto migliori. Il peso dell’italian sounding sul totale delle nostre esportazioni è rilevante e preoccupante.
Frammentazione aziendale – Il settore agricolo, di trasformazione e commerciale italiano è costituito da molte piccole aziende che faticano a difendere i loro marchi dall’aggressività dei distributori di falsi. Per recuperare quei 60 miliardi di euro servono azioni di contrasto. Per attrarre investimenti servono interventi che mettano in primo piano innovazione e digitalizzazione. Serve anche un’azione che consapevolizzi i consumatori stranieri sulla qualità di ciò che acquistano.
Educare gli stranieri a riconoscere con certezza l’origine dei prodotti italiani, per tutelare la filiera dell’agro-alimentare e battere una concorrenza irrispettosa. Rendere tracciabili i prodotti in tutti i loro passaggi a garantire la sicurezza di ciò che entra nei carrelli della spesa.
Ridurre i vincoli e le barriere doganali e punire in modo concreto le aziende che immettono sul mercato prodotti “fake” e italian sounding. Sarebbe utile promuovere l’azione di conoscenza tramite ambasciatori del made in Italy, che veicolino le scelte dei consumatori verso il vero cibo italiano.
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