Il Gruppo Arzberg porta in scena i fantasmi della Val di Non: è tutto pronto per il debutto di “Assareto”

Si intitola “Il tesoro dell’aria, Assareto – I fantasmi della Val di Non” la rappresentazione storico-moderna liberamente  tratta dai libri di Lucina Cuccio che sarà portata in scena a partire dall’inizio dell’anno prossimo dalla sezione teatro del Gruppo Storico Culturale Arzberg Valle di Non.

Il debutto è previsto per sabato prossimo, 20 aprile alle ore 21.00, nell’Aula Magna dell’IC Cles. L’evento gode del patrocinio del Comune di Cles e nei prossimi mesi si sposterà in vari teatri, castelli e piazze sparsi su tutto il territorio.

La storia di Assareto fa riferimento alle cupe vicende di “Caccia alle streghe” documentate in Trentino nella prima metà del Seicento, ma con una chiave moderna.

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Si tratta di un racconto di fantasia inserito in un contesto ben delineato e nei paesaggi della Val di Non.

Un progetto ambizioso, con il cast che già da un anno si sta incontrando più volte alla settimana per le prove, cercando di immedesimarsi il più possibile nei personaggi, storici e moderni, che dovrà rappresentare.

Non una commedia brillante, dunque, ma una rappresentazione molto forte, profonda che punta a lasciare il pubblico col fiato sospeso fino alla fine.

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«È una storia che colpisce molto, soprattutto per la forza avuta da questa madre nell’affrontare la tragica morte del figlio, cercherà in qualsiasi modo di poterlo rivedere ancora una volta per dargli il suo addio, per questa ragione si aggrapperà al fantasma Assareto, morto assieme alla sorella sul rogo al tempo dell’inquisizione – fa sapere il presidente del Gruppo Arzberg Mirko Ceccato –. Non mancherà chi si commuoverà, perché direttamente o indirettamente colpirà ognuno di noi. E verrà chiarito ogni dubbio: la vita dopo la morte esiste, per chi voglia crederci o no».

ASSARETO – “Sunt in vita quibus nomen dare possumus, altera quibus non in perpetuum” (“Ci sono cose nella vita a cui possiamo dare un nome, altre a cui non lo daremo mai”.

Il romanzo di Lucina Cuccio è storia di fantasia, inserita in un contesto ben delineato. Ma non sono reali solo i paesaggi della Val di Non e i monumenti che l’autrice descrive.

La storia di Assareto fa riferimento alle cupe vicende di “Caccia alle streghe”, che culminarono, nella primavera del 1614 e nell’ aprile del 1615, in dieci condanne al rogo di sette donne e tre uomini.

Non fu certo un episodio isolato e, tra il 1679 e il 1680, nelle Valli del Noce altre donne furono processate e condannate a morte. Né mancarono episodi eroici come quello di Margherita, morta sotto tortura, senza che le venisse estorta una confessione.

Gli atti processuali, conservati nella biblioteca Comunale di Trento, e un “proclama di ordine pubblico” ci restituiscono un clima di sospetto e persecuzione che aveva lo scopo di “non lasciar vivere la malefica” nel nostro territorio.

Il Concilio di Trento, indetto nel 1545, dopo la Riforma di Lutero, aprì una stagione di profonda revisione che si abbatté con ferocia sulle regioni alpine dove sopravvivevano stratificazioni di antichissimi culti locali. Le tradizioni, le feste, le credenze, la farmacopea popolare, le “strie” e i racconti di viaggi estatici, diffusi dalla narrativa orale, attirarono l’attenzione dell’Inquisizione che cercò di estirparli soprattutto nelle zone-cerniera con i paesi della Riforma.

Il ricco patrimonio di folclore delle nostre valli è testimonianza della resistenza del mondo contadino a un’omologazione spirituale. La profonda religiosità della nostra gente ha saputo tramandare con saggezza storie, leggende, abitudini, costumi e saperi che ci vengono da un lontano passato e che rischiano oggi di perdersi nella globalizzazione del pianeta.

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