Trento
Ianeselli: «Tutti gli stranieri devono avere una casa»

C’eravamo tanto amati. È il titolo di un film commedia del 1974, diretto da Ettore Scola e interpretato da Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefania Sandrelli, Stefano Satta Flores, Giovanna Ralli e Aldo Fabrizi.
Certamente mostri sacri che non hanno nulla a che vedere con i protagonisti della nuova polemica tra Comune di Trento e Provincia.
Forse l’unica cosa che un pochino gli accomuna è l’arte di interpretare a seconda di opportunismi o convenienza una parte oppure l’altra.
Franco Ianeselli e Maurizio Fugatti hanno sempre avuto rapporti cordiali e rispetto e stima l’uno dell’altro. Qualcuno ha anche ipotizzato che fossero diventati grandi amici.
Questo almeno sembrava… infatti, con l’avvicinarsi delle elezioni provinciali di ottobre, il primo cittadino di Trento ha cominciato a lanciare bordate all’ “ex «amico»”.
A margine della tradizionale conferenza di Giunta del lunedì, dove sono stati presentati i dati del censimento del capoluogo, (clicca qui per leggerli) il sindaco ha attaccato la provincia autonoma di Trento e Itea.
Improvvisamente, dal cilindro, Ianeselli ha tirato fuori un coniglio che nulla aveva a che fare con l’argomento della conferenza: «Gli stranieri devono avere tutti una casa – ha detto Ianeselli – perché qui a Trento fanno fatica ad affittare un appartamento, anche quelli che hanno un contratto indeterminato. E allora gli stranieri li mandiamo a dormire sotto i ponti?» Pur senza mai menzionarli il sindaco chiama in causa i proprietari di immobili. Se i proprietari trentini di case non vogliono affittare agli stranieri che colpa ne hanno la PAT e ITEA?
Va detto innanzitutto che molti stranieri si trovano purtroppo “sotto i ponti” da tempo, e la giunta non pare essersene accorta nonostante le molte segnalazioni e le interrogazioni dei consiglieri di Fratelli d’Italia.
Ianeselli non contento poi attacca Itea, «Come è possibile che una famiglia che abita nelle strutture Itea paghi di affitto e spese condominiali più delle famiglie che abitano in quelle private? Che edilizia sociale è questa? Itea e la Provincia hanno forti responsabilità in questo. Si chiede il primo cittadino di Trento che poi mette il dito nella piaga sottolineando le 1.200 case libere che non vengono affittate.
Nelle parole del sindaco «Rosso» però nessuna parola di solidarietà verso i trentini sfrattati negli ultimi mesi che sono destinati a dormire per strada con figli piccoli al seguito, nessun riferimento alle famiglie che sono ormai allo stremo per il caro bollette, oppure a quelli che dopo il fallimento la propria casa l’hanno vista andare all’asta.
Le sue sono parole che faranno discutere sul metro usato e sulla solidarietà a senso unico che il sindaco sembra avere nel merito degli aiuti ai più deboli. Nella categoria dei deboli è vero che ci sono gli stranieri che tentano di sbarcare il lunario, ma ci sono anche tanti trentini che negli ultimi anni non se la passano per nulla bene.
In proposito i residenti con cittadinanza straniera presenti in anagrafe aTrento sono 13.665, in calo rispetto al 2021 (-166 persone) e costituiscono l’11,5% del totale degli iscritti. L’età media degli stranieri è pari a 35 anni.
Le tre cittadinanze maggiormente rappresentate sono la rumena (2.173 persone), la pakistana (1.489) e l’albanese (1.060), con una differenza per genere: gli uomini rispettano questa graduatoria anche se in ordine diverso (pakistani, rumeni e albanesi), mentre per le donne, alla cittadinanza rumena, seguono quella ucraina e quella albanese.
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