Italia ed estero
Un’italiana alla guida della diplomazia europea. Scelta azzeccata?
La partita per la nomina dell'Alto rappresentante per la politica estera europea è finalmente chiusa.
La partita per la nomina dell'Alto rappresentante per la politica estera europea è finalmente chiusa.
Il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini è la nuova Lady Pesc. E' stata una decisione sofferta per i 28 leader dell'Unione Europea che ieri si sono riuniti a Bruxelles.
Già in luglio si erano spaccati sul nome del successore di Catherine Ashton alla guida della diplomazia europea. Mogherini, sostenuta dal partito socialista europeo, non incontrava infatti i favori dei paesi dell'Europa dell'Est. Troppo inesperta e filorussa. Ma alla fine Matteo Renzi è riuscito a imporre il suo diktat. Una vittoria clamorosa per il premier italiano. Ma è una vittoria anche per l'Unione Europea?
Il metodo con cui è stata scelta Lady Pesc lascia sicuramente a desiderare. Fin dalla nomina di Jean Claude Junker alla guida della Commissione europea era stato deciso che l'Alto rappresentante per la politica estera europea avrebbe dovuto essere donna e socialista. Donna, per garantire un minimo di rappresentanza femminile tra le più alte cariche dell'Unione. Socialista, per bilanciare la scelta di un popolare alla testa della Commissione.
E poi bisognava in un modo o nell'altro accontentare l'Italia. L'exploit del Partito democratico alle recenti elezioni europee ha messo infatti Renzi nella condizione di pretendere una poltrona di prestigio. Anche Angela Merkel lo sa bene. La sua tattica? Accontentare Renzi su Mogherini in cambio dell'impegno a non mettere in discussione le regole di bilancio.
Donna, socialista e italiana. Ma quanto hanno pesato le considerazioni di politica estera nella scelta della sostituta di Catherine Ashton? Praticamente niente. Guardando il curriculum di Mogherini, due cose saltano agli occhi.
Tra i ministri degli Esteri dei paesi dell'Unione è tra quelli con la minore esperienza. Ministro degli Esteri da appena sei mesi, prima di diventare titolare della Farnesina era praticamente sconosciuta sulla scena internazionale.
E poi non va dimenticato il suo rapporto con la Russia. Non sarà forse filorussa, come l'hanno dipinta i paesi dell'Europa dell'Est, ma sicuramente non è la migliore candidata a far sentire la voce dell'Europa nel faccia a faccia con Mosca. L'aggressività di Vladimir Putin in Ucraina pone infatti una seria minaccia a oriente. Per questo, la diplomazia europea ha bisogno di una guida forte, capace di tenere testa a Mosca.
Sotto questo punto di vista, la scelta di Mogherini solleva alcune perplessità. Durante la sua permanenza alla Farnesina, il ministro si è spesso opposto all'introduzione di ulteriori sanzioni contro la Russia. “E' necessario tenere in considerazione anche gli interessi di Mosca”, è stato il suo leitmotiv.
Posizione lecita, anzi giustissima, per il responsabile della politica estera italiana. La Russia è infatti un partner commerciale di prim'ordine per l'Italia. Mostrarsi troppo intransigente sarebbe controproducente. Ma riuscirà Mogherini nella sua nuova veste di Lady Pesc a smettere di coccolare i russi e tutelare l'interesse dell'Unione Europea nel suo complesso? La questione è aperta.
Comunque vada, Mogherini dovrà fare meglio del suo predecessore. La misura del suo successo sarà determinata dalla sua capacità di elaborare una strategia di politica estera capace di riflettere adeguatamente il peso economico dell'Unione. Impresa difficilissima. Dovrà scontrarsi con la resistenza dei paesi membri a delegare la gestione della loro politica estera.
Se vorrà lasciare il segno, quindi, Mogherini dovrà imparare a far sentire la propria voce in Europa e nel mondo.

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