Trento
Antonio Rossi, canoista olimpionico, sul lago di Caldonazzo il 30 e il 31 agosto
Oggi sul lago di Caldonazzo era presente alla Finale nazionale di "Canoa Giovani meeting delle Regioni", anche Antonio Rossi, campione olimpionico e canoista di altissimo livello specializzato sulla distanza olimpica dei 1000 metri.
Oggi sul lago di Caldonazzo era presente alla Finale nazionale di "Canoa Giovani meeting delle Regioni", anche Antonio Rossi, campione olimpionico e canoista di altissimo livello specializzato sulla distanza olimpica dei 1000 metri.
Era al Lido di Caldonazzo e girava in mezzo alla gente, come fosse uno qualunque, eppure non è riuscito a passare inosservato, tutti i ragazzi continuavano a chiedere foto e autografi, e lui con il sorriso di sempre, non si è mai sottratto.
Aveva un gelato in mano che non è riuscito a finire perché ad ogni passo veniva fermato da ragazzi e genitori tutti emozionati di vedere il loro mito, dal vivo, così vicino, da potergli stringere la mano, rivolgergli un saluto.
Un evento di grande impatto, che ha portato, anche quest'anno, quasi 1000 giovani, tra atlete e atleti under 14 in questo week end (sabato 30 agosto e domenica 31 agosto) sul lago di Caldonazzo, presso il Lido, a disputare le gare di canoa fondo (2000 mt.) e velocità (200 mt.).
Alberghi e campeggi strapieni già da una settimana, per accogliere le famiglie e le squadre giunte da tutte parti le parti d'Italia per questo avvenimento sportivo che è diventato un must per la canoa italiana, ma il vero protagonista, tra le pagaie e le canoe, è sempre lui, Antonio Rossi.
Come mai oggi qui a Caldonazzo?
"Questo è un evento importante per il mondo della canoa, mi sento a casa mia, ma oggi sono qui anche perché gareggia mio figlio Riccardo.
Da quando ho appeso la canoa al chiodo, nel 2008, continuo comunque ad occuparmi di questo sport come componente del Consiglio nazionale del Coni e devo dire che oggi a Caldonazzo si respira l'aria dei grandi eventi, in Trentino siete davvero fortunati ad ospitare questo meeting".
Cosa ti piace di questo sport?
"È uno sport duro, faticoso, si scende in acqua con ogni tempo, anche d'inverno, per fare allenamento, stringendo i denti, pensando spesso di mollare, di non farcela, ma alla fine è una disciplina che ti ripaga sempre, anche quando non vinci la gara.
Il contatto con la natura poi è qualcosa che ti porti sempre dentro, che ti accompagna per tutta la vita".
Perché è considerato ancora tra gli "sport minori"?
"Non è uno sport minor, è solo uno sport meno popolare, ma con dei valori che pongono la canoa e tutto il suo mondo ai massimo livelli".
Quando hai iniziato avevi l'età di questi ragazzi, cosa ti ricordi di quel periodo?
"La prima volta in acqua è stata nella canottieri di Lecco, sul lago della mia città. Ho iniziato relativamente tardi, a 14 anni, a pagaiare, e devo dire che grazie al mio allenatore, è stato sempre un grande divertimento per me praticare questo sport".
Quando hai capito di essere "arrivato" al top?
"Veramente non si capisce mai, almeno nel mio caso, ho sempre gareggiato senza pensare ad un obiettivo specifico.
Le olimpiadi sono arrivate senza che me ne accorgessi, per me questo sport è stato sempre prima di tutto un divertimento, una passione, poi… Fortunatamente è arrivato il resto!"
È cambiato questo sport da quando hai iniziato?
"A livello tecnico si, per le canoe e le pagaie si usano materiali più leggeri, più efficaci, più moderni, ma lo spirito di fondo è rimasto lo stesso".
Un augurio a questi giovani?
"Metteteci sempre grinta e passione, ma non dimenticate che questo sport deve rimanere un divertimento"".
Alla fine non sono riuscito a trattenerlo di più, troppe mani da stringere, troppe persone che avrebbero voluto scambiare con lui una parola, intanto il gelato si è sciolto completamente, ma lui con il solito sorriso ha cercato di non farlo pesare a nessuno di noi…"
Minella Chilà
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