Rovereto e Vallagarina
Museo della Guerra, si sta concludendo il restauro delle facciate perimetrali
Tornerà così disponibile l’area esterna interdetta dal 2000

A breve saranno possibili due distinti percorsi di visita: uno riservato esclusivamente al Museo della Guerra ed un secondo al Castello di Rovereto.
La doppia possibilità nasce dal progressivo smantellamento del cantiere di restauro del Castello che copriva le facciate perimetrali, ad intervento ultimato tornerà agibile l’area esterna del fossato interdetta dal 2000.
Proseguiranno invece ancora per qualche settimana, i lavori di restauro all’interno del cortile del Castello che riguardano la riqualificazione dei locali in passato adibiti ad archivio e biblioteca che diventeranno spazi museali: ospiteranno temi legati all’Italia fascista e all’esperienza coloniale fino alla seconda guerra mondiale.
E’ quanto emerso dalla conferenza stampa del neo presidente del Museo della Guerra Oswald Menderle che si è detto anche molto soddisfatto dei riscontri ottenuti dalle due mostre temporanee, attualmente allestite al Museo, che verranno dunque prorogate.
“Vietnam dimenticato”, la mostra dedicata ai Legionari italiani in Indocina tra il 1946 e il 1954 che ha aperto uno squarcio su una vicenda poco nota che ha però suscitato un grande interesse sia in termini di visitatori che di contatti. Molti infatti sono stati in questi mesi i messaggi inviati da famigliari di legionari che hanno riconosciuto al Museo il merito di aver restituito completezza al racconto, grazie al lavoro già intrapreso dal giornalista Luca Fregona. La mostra rimarrà dunque visitabile fino alla fine dell’estate del 2025.
Nel caso dell’esposizione dedicata alla Seconda guerra mondiale “1943. La scelta”, che doveva concludersi l’8 settembre di quest’anno, la scelta è quella di integrarla nel percorso di visita, in attesa che venga realizzata la sezione permanente che prenderà avvio dagli anni del primo dopoguerra e si spingerà oltre la Seconda guerra mondiale.
L’interesse del pubblico, in particolare quello delle scuole che ha raggiunto i 25mila visitatori tra studenti ed insegnanti, per questi temi e l’apprezzamento registrato per l’approccio adottato nell’esposizione, quello cioè di raccontare dal basso le storie dei singoli per restituire la complessità delle vicende italiane del 1943, hanno portato a rendere stabile l’apertura della mostra per i prossimi mesi.
Una specie di finestra aperta su un periodo che verrà affrontato in modo più organico e coerente con il resto del percorso di visita nel progetto di riallestimento che sta per essere avviato
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