Io la penso così
Quei ricordi del ferragosto in colonia al mare negli anni ’70
L’alzabandiera quotidiana, il grande refettorio, la ginnastica sulla spiaggia e l’ attesa del fischio del bagnino alle ore dieci per il bagno di tutti i giorni. Altri tempi, altre persone…

Spett.Le direttore,
un breve soggiorno al mare è stata l’occasione per allungare di poco la strada e ritornare dopo anni e anni li dove trascorrevo trenta giorni nelle colonie Enpas di Riccione. (i miei genitori erano insegnanti alle Scuole Elementari)
Erano passati decenni da quando trascorrevo li giornate spensierate, allegre, gioiose. L’ impatto dopo anni non fu proprio felice: la struttura dimostrava tutti i suoi anni, vetusta, con un senso di abbandono penso totale, circondata da erba incolta. Ma come reazione emotiva improvvisamente quel luogo dentro di me si ravvivo’ e rividi come in un sogno tanti miei compagni di squadra (eravamo suddivisi cosi), la cerimonia dell’ alzabandiera quotidiana (oggi chi la fa più?), il grande refettorio, la ginnastica sulla spiaggia e l’ attesa del fischio del bagnino alle ore dieci per il bagno di tutti i giorni!
Rammento anche le regole e gli insegnamenti delle signorine che gestivano le varie squadre, qualche ribellione di poco conto e l’inevitabile castigo. Era un misto equilibrato di spensieratezza, educazione, equilibrio che forse oggi faccio fatica a trovare.
E così nella mia memoria ecco apparire i volti di Augusto, di Giovanni, quelli dei fratelli Berte’, di Romano, piccoli “clan” in senso buono che si creavano all’ interno della squadra.
È un anno arrivo’ un giovanissimo Gianni Morandi con la sua signora, e ricordo le signorine impazzivano per lui.
E poi quei due giorni in infermeria perché con Augusto (il nostro capo branco) mangiammo una smisurata quantità’ di anguria, e poi la sera il cinema in pineta all’aperto.
Queste poche righe non vogliono assolutamente apparire un quadro puramente nostalgico, ma il ricordo ancora vivo di quei giorni spensierati e felici in quella che un tempo chiamavamo «Colonia».
Passano gli anni, la struttura appare triste, dimenticata ma vedendola dopo decenni mi ha provocato una forte emozione quasi “violenta”.
E per ultimo il ricordo di quella biondina della squadra n 14, che mi piaceva molto, e alla quale in ben tre anni di mare a Riccione non ho saputo dire : “quanto sei carina”. Non l’ho più rivista. Buon Ferragosto a chi leggera’ queste mie righe….
Maurizio Zeni – Trento
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