Correva l anno
35 anni fa cinque vigili del fuoco Trentini salvarono il ferrarista Berger da morte certa

La data del 23 aprile 1989 è ben impressa nella mente degli appassionati di Formula 1, della Ferrari e anche di numerosi trentini.
Gerhard Berger, che quel giorno era impegnato nel Gran Premio di San Marino al volante della Rossa, andò rovinosamente a sbattere alla curva del ‘Tamburello’ a causa di un cedimento dell’ala anteriore nel corso del quarto giro, quando il pilota di Maranello era risalito quarto.
Un incidente violento alla velocità di circa 290 km/h che, in pochi secondi, aveva praticamente ammutolito tutti, sia i presenti sulle tribune che i commentatori TV, perché la benzina persa dalla 640 dell’austriaco prese fuoco avvolgendo in pochissimi secondi il relitto. (clicca qui per vedere il video dell’incidente)
Berger non era riuscito a saltare fuori dalla macchina dopo il tremendo impatto contro le barriere e le possibilità che morisse bruciato erano ormai delle certezze nella mente e negli occhi di tutti.
Invece il prodigioso intervento degli uomini del servizio antincendio, i famosi ‘Leoni’ della CEA, sventò la tragedia in pochissimi secondi.
Tra i primi ad intervenire dopo il terribile schianto c’erano anche 5 trentini, addetti appunto al servizio antincendio dei gran premi di san marino e d’ Italia, vigili del fuoco allora specializzatisi in corsi specifici per queste tipologie di incidenti. Erano Renzo Zambaldi, Armando Groff, Enzo Martinoni, Corrado Buratti, e Diego Gasperotti.
La complessità dell’intervento era data non solo dalle fiamme, che come detto si sprigionarono in pochissimi secondi, ma anche da fatto che in quel punto le vetture arrivavano a tutta velocità dopo essere transitate sul rettilineo principale.
I vigili del fuoco salvarono il ferrarista da morte cerca in soli 20 secondi. Con i nuovi regolamenti di oggi che certificano il via libera ai salvataggi solo dopo la conferma del commissario Berger sarebbe morto.
Come si può vedere dai video presenti sul web, sul posto la scena era quasi apocalittica, con il relitto della Ferrari che era una palla di fuoco e calore, praticamente inavvicinabile se non con prontezza di spirito e competenze che quegli addetti ai lavori riuscirono a mostrare al mondo intero. (clicca qui per vedere il video dell’incidente)
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