L Editoriale Archivi - La voce del Trentino https://www.lavocedeltrentino.it/category/home/rubriche/leditoriale/ Quotidiano online indipendente Sun, 25 Aug 2024 14:21:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Aggressioni dei balordi col coltello: la legge c’è ma ne facciamo le spese tutti https://www.lavocedeltrentino.it/2024/08/25/aggressioni-dei-balordi-col-coltello-la-legge-ce-ma-ne-facciamo-le-spese-tutti/ Sun, 25 Aug 2024 14:21:22 +0000 https://www.lavocedeltrentino.it/?p=476199 Aggressioni dei balordi col coltello: la legge c’è ma ne facciamo le spese tutti

Una pattuglia ferma un uomo con addosso una pistola senza licenza. Viene condannato a 5 mesi e 10 giorni di reclusione. Poco dopo viene casualmente fermato un uomo con in tasca un coltellino svizzero che non ha mai usato. Viene condannato a due anni. Il paradosso è teoricamente possibile ed è dovuto al Decreto-Legge 123/23, noto […]

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Aggressioni dei balordi col coltello: la legge c’è ma ne facciamo le spese tutti

Una pattuglia ferma un uomo con addosso una pistola senza licenza. Viene condannato a 5 mesi e 10 giorni di reclusione. Poco dopo viene casualmente fermato un uomo con in tasca un coltellino svizzero che non ha mai usato. Viene condannato a due anni.

Il paradosso è teoricamente possibile ed è dovuto al Decreto-Legge 123/23, noto come “Decreto Caivano,” che comporta diverse modifiche significative alle leggi italiane in materia di armi, criminalità minorile e sicurezza digitale.

L’esempio è provocatorio – l’uomo con la pistola aveva la licenza appena scaduta – ma, come spiega l’esperto d’armi Alessandro Caponeri, serve ad indicare la sproporzione dovuta ad un nuovo articolo, il 4 bis della legge sulle armi, che introduce il delitto di porto di un’arma per cui non viene rilasciata licenza.

E tra le armi per cui non viene rilasciata licenza vi sono anche coltello a serramanico e scatto, coltello a punta ecc.…

Ne consegue che il porto in tasca o in auto di un coltellino svizzero comporta, con il 4 bis, la modifica da contravvenzione a delitto, punito con l’arresto da 1 a 3 anni e l’ammenda da 25 a 100 euro. Osserva ironicamente Caponeri in un articolo su una rivista della Polizia di Stato che metà dei cittadini rischia l’arresto, magari per aver dimenticato in macchina una roncola o il coltello da sub.

E gli operatori di Polizia, fors’anche per non incorrere in una omissione d’atti d’ufficio, magari preferiscono lasciare che sia il magistrato a decidere se procedere.

Nulla da dire sul Decreto, affronta anche la criminalità minorile, estendendo l’avviso orale ai minorenni a partire dai 14 anni e introducendo misure restrittive come il divieto di utilizzo di servizi informatici e dispositivi di comunicazione per i minori condannati per determinati reati.

Inoltre, è previsto che i genitori o tutori che non impediscono comportamenti illeciti dei minori possano essere multati.

Il Decreto-Legge 123/23 rappresenta un rafforzamento significativo delle misure di controllo e sicurezza relative alle armi in Italia. Le modifiche introdotte mirano a migliorare la sicurezza pubblica, ridurre il rischio di reati commessi con l’uso di armi e garantire un uso più responsabile delle armi da parte dei cittadini.

In particolare, le pene sono aumentate se il reato è commesso da più persone o in prossimità di scuole, banche o parchi pubblici – come le Albere – visto quanto succede regolarmente negli ultimi tempi. Ma in questi giorni tiene banco anche il mistero Sharon Verzeni.

Inoltre, vengono introdotte misure più severe per il porto d’armi, includendo anche situazioni di emergenza segnalate dalle guardie giurate.

Quanti cacciatori abbiamo in Trentino? Circa 6.000. Ebbene le autorità hanno il potere di effettuare controlli più frequenti e approfonditi sulle persone autorizzate a detenere o portare armi.

Questi controlli includono verifiche presso abitazioni private e luoghi di lavoro, nonché durante il trasporto di armi, ma confidiamo che l’attenzione delle Forze dell’Ordine si concentri su autoctoni ed extracomunitari privi di fissa dimora o scopi leciti nella vita, e sulle baby-gang, più che sul cacciatore di mezza età che da sempre maneggia con diligenza armi e persegue la sua passione.

La piaga dell’abitudine al coltello facile di certe frange della popolazione più o meno legalmente presenti sul territorio, e sappiamo di chi parlo,  ci riguarda sempre più da vicino e sempre più spesso.

Molti non hanno nulla da perdere ad estrarre un coltello, molti hanno pericolose fragilità psichiche o di dipendenza, molti hanno un odio viscerale nei nostri confronti, ed i motivi sono risaputi, si veda il massacro di Solingen.

Molti si chiederanno adesso cosa dice la legge in caso di minaccia col coltello. Lo dico perché, come sappiamo bene, in Italia si fa presto a passare dalla parte del torto. Ebbene, nel caso di minaccia con coltello, le cose cambiano rispetto al resto: in gioco, infatti, potrebbe esservi la vita stessa dell’aggredito.

Chi brandisce una lama contro una persona, infatti, per definizione sta minacciando l’incolumità di quest’ultima. Pertanto, se la vittima sente che la sua vita o la sua integrità fisica sono in pericolo, può reagire in maniera violenta, a mani nude (pugni, calci, ecc.) oppure con un’arma, anche con una pistola: non c’è scritto da nessuna parte, infatti, che le armi che si “confrontano” debbano essere dello stesso tipo.

La proporzionalità di cui parla la legge, infatti, riguarda i beni giuridici messi a repentaglio, non i mezzi utilizzati (mani nude, pistola, coltello, bastone, ecc.).

La persona minacciata con un coltello è quindi autorizzata a difendersi, anche usando la forza, se non ci sono alternative valide, come ad esempio la fuga oppure l’intervento immediato della polizia.

In sostanza mentre dobbiamo essere accorti ed avere scrupolo di non girare con un coltellino svizzero in tasca se non si è in un campo scout, allo stesso modo dobbiamo temere di essere o rapinati, o minacciati, o alla peggio sgozzati da chi il coltello lo porta per abitudine, per offesa, e per odio, infischiandosene delle nostre leggi, e non stiamo certo parlando del cacciatore d mezza età.

E i furti costanti e continui? Stendiamo un pietoso velo…

A cura di Roberto Conci – direttore editoriale 

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Olimpiadi Parigi: oltre nani e ballerine ci sono la nostra Nadia e molti altri https://www.lavocedeltrentino.it/2024/08/07/olimpiadi-parigi-oltre-nani-e-ballerine-ci-sono-la-nostra-nadia-e-molti-altri/ Wed, 07 Aug 2024 13:35:05 +0000 https://www.lavocedeltrentino.it/?p=473338 Olimpiadi Parigi: oltre nani e ballerine ci sono la nostra Nadia e molti altri

Cosa ci dicono le Olimpiadi di Parigi sull’Integrazione sportiva

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Olimpiadi Parigi: oltre nani e ballerine ci sono la nostra Nadia e molti altri

Archiviata la discussa cerimonia d’apertura, aldilà delle polemiche per la Senna dove si gareggia contro le pantegane, oppure dei Tyson col ciclo, archiviate pedane allagate dalla pioggia che ci hanno buttato fuori dalla medaglia nel lancio del peso, e altre decisioni arbitrali scippa medaglie, non possiamo non sorvolare sul nostro ragazzo oro Ceccon costretto a dormire sotto un albero perché i letti di cartone del villaggio olimpico sono scomodissimi, o sui miliardi spesi dove però si sono scordati di installare l’aria condizionata, per non parlare di come si mangia, cioè come in un carcere afgano (nessuna offesa alle carceri afgane, chiaramente).

Ci siamo poi indignati perché Macron alla cerimonia era ben riparato dalla pioggia battente sotto una tettoia e guardava indifferente le teste fradicie degli altri capo di Stato privi di copertura, (Mattarella impassibile sotto il diluvio come un Corazziere ha suscitato l’ammirazione e l’invidia di mezzo mondo). Detto questo le Olimpiadi di Parigi hanno mostrato l’altro lato delle medaglie, quello ancor più dorato, l’integrazione sportiva.

Non si sta parlando di integratori a base di sali minerali e altre sostanze di sostegno fisico, ma di integrazione umana.

E la si vede dai nostri tanti atleti di colore, o con un genitore proveniente da paesi extracomunitari che in perfetto italiano, con grande proprietà di linguaggio, e con una serietà esemplare, si gioca il tutto e per tutto per non far sfigurare l’Italia, e il più delle volte ci riescono benissimo.

E l’Italia li ama, senza nessun pregiudizio, ricambiata da tanto impegno. Sono atleti, molti di colore, che fanno parte dei gruppi sportivi militari o delle forze di polizia. Questo fa riflettere sull’importanza dello sport a livello scolastico come giusta via per un’integrazione seria e non a parole.

Alle locali medie Manzoni ubicate nel rione di Cristo Re a Trento ci sono le classi sportive sperimentali, l’offerta formativa prevede tanti sport diversi e molti alunni, magari provenienti da scuole più cupe ed esigenti rispetto ai caratteri solari dei nostri ragazzi. Loro, i ragazzi, sono come rinati dal punto di vista psicologico, magari con qualche difetto sulla comprensione della matematica pretecnologica, ma in “corpore sano” come dovrebbe essere lo sport considerato di importanza se non primaria paritaria a qualsiasi altra materia fondamentale, anche per numero di ore.

La solarità dei ragazzi va coltivata come una pianta preziosa, è quella che tiene distanti i ragazzi dalla depressione (il 75% vorrebbe supporto psicologico) e di riflesso dalla droga e dal suicidio.

Ed in tempi cupi come questi, tra pandemie e guerre globali imminenti, la depressione adolescenziale è dietro l’angolo, e lo sport, accanto all’ascolto, è una medicina efficacissima.

Sport, dunque, e non a parole come certe scuole che si tacciano come sportive e lo sport lo fanno solo con nozioni poco appetibili per l’interesse dell’alunno e poco attinenti all’età esuberante degli adolescenti, che non sempre debbono essere per forza considerati asini, semplicemente vanno considerati anche sotto l’aspetto umano (ci sono stati riportati casi di alunni bocciati d’inglese che parlano fluentemente inglese ma hanno sbagliato il temino a crocette).

Sport, dunque, tanto sport a scuola, perché lo sport favorisce l’integrazione ed è il linguaggio universale che apre porte e costruisce ponti tra culture, con relativo dialogo e rispetto reciproco, indipendentemente dalla provenienza.

Togliere i crocefissi dalle aule e abolire i canti di Natale non fanno altro che fomentare razzismo reciproco e odio eterno, alla faccia dell’integrazione. Sport e musica invece favoriscono l’integrazione, l’aggregazione e la valorizzazione del ragazzo. Pensarci è lecito e questa volta senza polemiche spero. Nadia Battocletti insegna.

A cura di Roberto Conci – direttore editoriale

 

 

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Orso, il Trentino ostaggio di minoranze opportuniste e incompetenti https://www.lavocedeltrentino.it/2024/08/03/orso-il-trentino-ostaggio-di-minoranze-opportuniste-e-incompetenti/ Sat, 03 Aug 2024 14:18:28 +0000 https://www.lavocedeltrentino.it/?p=472583 Orso, il Trentino ostaggio di minoranze opportuniste e incompetenti

Quando un popolo intero sta raggiungendo una maggioranza imbarazzante nelle intenzioni se tenerci gli orsi o meno. (qui ultima indagine Doxa) Quando un popolo intero ha modificato le proprie abitudini, riferite, ovviamente, all’andare per boschi (perché se togliamo chi ama solo il lago o il mare il 53% si trasforma inevitabilmente in una cifra bulgara […]

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Orso, il Trentino ostaggio di minoranze opportuniste e incompetenti

Quando un popolo intero sta raggiungendo una maggioranza imbarazzante nelle intenzioni se tenerci gli orsi o meno. (qui ultima indagine Doxa)

Quando un popolo intero ha modificato le proprie abitudini, riferite, ovviamente, all’andare per boschi (perché se togliamo chi ama solo il lago o il mare il 53% si trasforma inevitabilmente in una cifra bulgara data da coloro che amano i boschi), al tenere i propri bambini vicino ai boschi, all’andare a correre lungo i sentieri tanto amati.

Quando un popolo intero come i trentini (amanti e conoscitori dell’ambiente come pochi) è esausto da questa attesa del prossimo sbranato e dalla inerzia di chi deve prendere decisioni a mio personalissimo parere “membrute”.

Ebbene, la politica, da Roma a Bruxelles, dopo essersi leccata le ferite dalla vergogna, dovrebbe dare atto della volontà popolare e toglierci ti torno gli animali pericolosi che con scelleratezza hanno forzatamente e a costi enormi non solo di vite ripopolato il territorio.

Le tanto vituperate chiacchiere da bar, termometro del popolo che subisce ma non tace, almeno davanti ad un Teroldego, ci raccontano la rabbia con cui si spera che ad essere azzannati dalle fauci di animali siano – perdonate la schiettezza – le chiappe di qualche animalista o leguleio, in modo da convertire istantaneamente fanatismo e interpretazioni giuridiche e permettere a trentini e turisti di tornare a fruire del territorio.

La situazione venutasi a creare in Trentino è a dir poco surreale. Tutti i Trentini, i cittadini, i sindaci e le comunità di valle, i politici, i turisti che vengono sulla nostre montagne e coloro che sono proprietari di seconde case non vogliono assolutamente gli orsi perché sono pericolosi, perché aggrediscono, c’è rischio concreto che uccidano e hanno fatto cambiare le abitudini di tutta a comunità che per secoli è vissuta beatamente senza nessun problema.

E niente, nonostante una maggioranza imbarazzante non li voglia ce li dobbiamo tenere per le proteste di una minoranza esigua di soggetti che sono più fastidiosi delle zanzare. Bella democrazia.

C’è però una novità. In un mondo dove nessuno si prende le responsabilità su nulla, arriva chi dice di essere il «padre» del progetto «Life ursus».

Finalmente quindi sappiamo almeno con chi possiamo prendercela, ricordando che questa idea bislacca di riportare gli orsi e i lupi in Trentino è stata della sinistra trentina che ora ha il coraggio anche di gridare «attenti al lupo». Una follia politica di altri tempi.

Mi rendo conto che criticare il partito democratico trentino è come sparare sulla croce rossa, ma arrivare a sentire quelli del PD che sono la causa del ritorno dell’Orso in Trentino proporre soluzioni è a dir poco inquietante. È come il medico che ti rovina e poi vuole curarti. Fenomenali. 

Il papà del Life Ursus comunque si chiama Andrea Mustoni (nella foto sotto) ed è stato il responsabile tecnico scientifico dal 1998 al 2004, quando il programma è stato ufficialmente chiuso. È uscito allo scoperto facendo una sorta di outing sulla pagine dell’Adige l’altro giorno.

Tra le libere interpretazioni date nell’intervista sul perché è stato realizzato il progetto Life Ursus, sulle quali sorvolo, Mustoni dice anche delle cose vere. Come per esempio che il progetto non mirava a utili economici o ad attrarre nuovi turisti. Conferma che l’orso si è definitivamente estinto nel 1997. 

Conferma che alcuni intellettuali, naturalisti, appassionati di montagna come il presidente della Sat Giovanni Pedrotti o l’alpinista Renzo Videsott si resero conto che era necessario creare una zona dove l’orso potesse essere protetto. Sempre quelle maledette minoranze.

Mustoni dice che allora per tanti trentini era impossibile rinunciare alla presenza dell’orso nelle nostre valli. E sottolinea come la cultura dell’orso potesse essere importante per la nostra regione. Obiettivo raggiunto, ma al contrario. 

Aldilà dei numeri, delle interpretazioni, delle idee tutte da rispettare e dell’ironia non si vedono ancora strade pratiche e percorribili per togliere il sonno dalla ragione di chi ci condiziona la vita e che per il momento ha messo ko un’intera provincia.

E a proposito di ko, gli orsi, così come la pugilessa algerina, sono gli unici attori delle loro vicende delle quali non hanno colpe. E cito la pugile accanto agli orsi perché entrambi sono vittime dell’ insensatezza di chi governa e che vuole forzare le cose a danno della maggior parte della popolazione.  E le superstiti dei pugni dell’algerina devono aver pensato più o meno la stessa cosa, una volta ritornate sulla terra.

Sono due esempi nel pericoloso senso del ridicolo che accostano Life Ursus a Paris 2024, e vien quasi da pensare che nei due progetti ci siano magari consulenti comuni, oppure qualcuno che abbia partecipato alla stesura della famosa canzone interpretata dalla mitica Mina insieme al compianto Alberto Lupo, «Parole parole….».

Insomma, in attesa del «giorno del giudizio» l’unico che può salvarci è Dio, che come dice la vignetta di Giannelli non si fida molto dei media e dei politici. Ai posteri come sempre l’ardua sentenza. 

A cura di Roberto Conci – direttore editoriale 

 

 

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La festa e la paura: cosa ci dice la cerimonia di apertura delle Olimpiadi. https://www.lavocedeltrentino.it/2024/07/27/la-festa-e-la-paura-cosa-ci-dice-la-cerimonia-di-apertura-delle-olimpiadi/ Sat, 27 Jul 2024 04:51:13 +0000 https://www.lavocedeltrentino.it/?p=471270 La festa e la paura: cosa ci dice la cerimonia di apertura delle Olimpiadi.

Tempo fa mi sono imbattuto in una frase del poeta francese Cocteau che riassumendola ci dice che i francesi sono degli italiani tristi e gli italiani sono dei francesi allegri. Togliendo l’ultima frase potrei anche essere d‘accordo, ma la cerimonia di apertura di Parigi ci dice che, anche attingendo dalle varie colonie e l’immigrazione massiccia […]

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La festa e la paura: cosa ci dice la cerimonia di apertura delle Olimpiadi.

Tempo fa mi sono imbattuto in una frase del poeta francese Cocteau che riassumendola ci dice che i francesi sono degli italiani tristi e gli italiani sono dei francesi allegri.

Togliendo l’ultima frase potrei anche essere d‘accordo, ma la cerimonia di apertura di Parigi ci dice che, anche attingendo dalle varie colonie e l’immigrazione massiccia del secolo scorso soprattutto di italiani, li ha resi tutto sommato simpatici.

Davanti ad un Macron formato “salma ancora sotto shock” per le elezioni che ha avventatamente indetto, elezioni che hanno messo al potere gente che dichiara esplicitamente di voler fuori dalla Francia tutti gli ebrei, atleti compresi (e il modo per cacciarli in fretta preferisco non immaginarlo), o per spiegare meglio, deputati della sinistra estremista di Melenchon che (come riporta il Foglio) aizzano la folla odiatrice contro gli ebrei, si sono aperte le Olimpiadi.

Sorge un pensiero, se la neoeletta parlamentare europea picchiatrice di neonazisti la pensa come loro sugli ebrei, perché anziché massacrarli assieme ai suoi compari non ci è andata a mangiare una pizza? Stessa ideologia violenta ed estrema, stesso fanatismo prepotente, stessa cattiveria e stesso obiettivo, che non è certo quello di pace e progresso.

E a proposito di destra è interessante quanto riporta Claudio Cerasa nel suo editoriale del n.173 del Foglio circa la differenza tra Berlusconi e Trump analizzando il pensiero di Marina, la figlia del Cavaliere: “…Donald Trump incarna la paura, l’isolazionismo, il nazionalismo, l’estremismo, il radicalismo, il complottismo (…) il fondatore del centrodestra italiano ha incarnato tutto l’opposto: l’apertura, l’ottimismo, il multilateralismo, l’europeismo, l’antinazionalismo, la difesa della globalizzazione, la battaglia contro molti estremismi, a partire d quello xenofobo, contro cui Berlusconi ha combattuto per buona parte della sua vita.“.

Ma tornando alla cerimonia olimpionica va detto onestamente che è stato un gran bell’evento, e ha ribadito l’importanza di tutta una serie di cose, dall’esperienza dei campioni non più giovani e la gioventù sportiva fresca allegra e spensierata e che ne ha piene le palle delle guerre, la bontà dello sport, e la possibilità non utopica della fratellanza tra mondi.

Balli, canti, la Banda della Guardia Presidenziale che suonava, fuochi d’artificio strepitosi, riprese dei tetti parigini vertiginose, Lady Gaga e Celine Dion che non sfiguravano per estensione musicale davanti a celebrate cantanti liriche, il doveroso obbligatorio omaggio alla comunità LGBT+ che di questo passo renderà presto omaggio ai poveri etero, un noioso passare di battelli sulla Senna con le squadre olimpiche, la nostra rappresentanza più simpatica e caciarona di tutte (abbiamo un poliziotto, Tamberi, che farebbe ballare la Giga a Mattarella, se già non lo ha fatto), quella di Israele, sulla stessa barca, che ha di fatto triplicato la presenza delle forze dell’ordine. I guai alle ferrovie di ieri provocati fanno ormai storia.

Per non sbagliarsi le autorità francesi hanno blindato e serrato come la morsa di un pitone l’intero percorso.

Pioveva a dirotto ma per fortuna è andato tutto benissimo, ed è stata una vittoria corale di un’Europa accogliente e ancora integra nei confronti di chi la vuole minare fin nelle sue fondamenta, che hanno comunque la si voglia vedere i presupposti morali e di civili che il resto del mondo si scorda, e in certi paesi dove era stato portato se lo sono scordati in fretta, perché a fare i dittatori di un popolo ignorante sono capaci tutti, mentre la democrazia è difficile.

Non ci sono stati momenti particolarmente toccanti oltre al mero spettacolo, tranne a mio avviso uno: la presenza di Nadia Comaneci, meraviglia inarrivabile della Ginnastica con tutti i drammi vissuti però nella e dalla sua nazione.

E la Comaneci che dava la mano a Serena Williams, la celebre tennista di colore e divenuta milionaria, che però a differenza sua è nata in un paese democratico che pur con tutte le contraddizioni che si possono rilevare è tra i più democratici al mondo, quello sì è stato toccante, perché immaginavo i patimenti suoi e di un popolo ed il riscatto in virtù della libertà.

E nelle difficoltà e orrori vissuti, presumo che la Comaneci mai avrebbe pensato che un giorno, davanti al mondo intero, avrebbe acceso un fuoco chiamato libertà.

Ecco, le Olimpiadi sono anche questo, godiamocele.

A  cura di Roberto Conci – direttore editoriale

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Orso in Trentino: dieci anni di sangue, aggressioni, morti, predazioni e paura https://www.lavocedeltrentino.it/2024/07/16/orso-in-trentino-dieci-anni-di-sangue-aggressioni-morti-predazioni-e-paura/ Tue, 16 Jul 2024 14:14:07 +0000 https://www.lavocedeltrentino.it/?p=469455 Orso in Trentino: dieci anni di sangue, aggressioni, morti, predazioni e paura

L’attacco al turista straniero da parte di un orso nei boschi di Dro, avvenuto stamane 16 luglio, è solo l’ultimo episodio di una serie di eventi simili verificatisi in Trentino. Le aggressioni sono cominciate nel 2014, esattamente il 14 agosto quando l’orsa Daniza aveva aggredito Daniele Maturi, un fungaiolo nei boschi di Pinzolo. La vicenda […]

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Orso in Trentino: dieci anni di sangue, aggressioni, morti, predazioni e paura

L’attacco al turista straniero da parte di un orso nei boschi di Dro, avvenuto stamane 16 luglio, è solo l’ultimo episodio di una serie di eventi simili verificatisi in Trentino.

Le aggressioni sono cominciate nel 2014, esattamente il 14 agosto quando l’orsa Daniza aveva aggredito Daniele Maturi, un fungaiolo nei boschi di Pinzolo.

La vicenda si era conclusa con l’uccisione accidentale di Daniza il 10 settembre 2014, durante un tentativo di cattura, mentre era con i suoi due cuccioli.

Gli incontri tra l’orso e l’uomo si sono intensificati sempre di più negli ultimi 10 anni proporzionalmente all’aumento dei plantigradi che ora le stime ufficiali dicono siano un centinaio, mentre quelle non ufficiali parlano di circa 200 esemplari tutti residenti nel Trentino Occidentale, praticamente in un fazzoletto di terra.

La specie si è evoluta negli ultimi anni a tal punto da non avere più nessun timore reverenziale verso l’uomo, anzi, gli avvistamenti giornalieri segnalano gli orsi sempre più vicini alle case, in molti casi anche dentro il centro dei paesi.

A fine maggio 2015, Marco Zadra, 42enne di Villazzano, era stato aggredito ed inseguito da un orso sul sentiero che da Zambana Vecchia sale al Cason, verso Fai della Paganella.

Nel giugno 2015, Wladimir Molinari, un podista di 45 anni, era stato inseguito nei boschi di Cadine mentre era con il suo cane. L’orsa KJ2 era stata individuata come responsabile dell’aggressione, che ha provocato varie ferite all’uomo. Negli occhi di tutti rimane ancora stampato l’artiglio rimasto impiantato nel torace del povero 45 enne che è rimasto sotto shock per anni.

Nel 2017, KJ2 è stata protagonista di un altro episodio il 22 luglio, quando ha aggredito Angelo Metlicovec, un pensionato di Cadine, a Terlago.  Metlicovec è stato ricoverato al santa Chiara con fratture multiple.

L’orsa è stata abbattuta a metà agosto 2017 sul Monte Bondone, suscitando polemiche. L’allora presidente della PAT, Ugo Rossi, è stato assolto il 11 maggio 2022, con i giudici che hanno stabilito che l’uccisione di KJ2 era necessaria a causa delle aggressioni e dei falsi attacchi da parte dell’animale.

In questi tre attacchi le vittime hanno rischiato di morire e si sono salvate per miracolo. 

Il 22 giugno 2020, un padre e suo figlio sono stati attaccati sul Monte Peller. Le indagini genetiche hanno individuato l’orsa JJ4 come responsabile, scatenando una battaglia legale che ha portato alla decisione di lasciarla libera.

Il 22 agosto 2020, ad Andalo, un giovane carabiniere viene attaccato sulla ciclabile mentre passeggia con la fidanzata dall’orso M57, che è stato catturato e trasferito in Ungheria dopo un periodo al Casteller. A pochi metri di distanza c’era un campeggio con una trentina di bambini. Il rischio che finisse male per molti allora è stato molto alto.

Il 5 marzo 2023, a Rabbi, Alessandro Cicolini, 39 anni, è stato attaccato alla testa e a un braccio mentre passeggiava con il suo cane a circa 1.800 metri di quota. Le analisi genetiche hanno identificato l’orso Mj5 come responsabile dell’aggressione; l’animale è stato poi ucciso e ritrovato nei boschi di Bresimo.

L’episodio più grave è avvenuto il 5 aprile 2023 nei boschi di Caldes, in Val di Sole, quando l’orsa JJ4 ha aggredito e ucciso Andrea Papi, di 26 anni. JJ4 è stata catturata il 17 aprile.

Poi è di questi giorni il finto attacco dell’orso a Molveno nei confronti di una turista svizzera con i tre figli piccoli.

In mezzo a questi gravissimi episodi che potevano finire in tragedia ci sono stati molti falsi attacchi, inseguimenti, e soprattutto centinaia di predazioni di mucche, asini e pecore con i conseguenti enormi danni economici per allevatori e agricoltori.

Aggressioni e distruzioni delle arnie per le api e addirittura un attacco ad una macchina parcheggiata durante la notte.  Per non parlare degli orsi visti girare beatamente per i paesi col rischio di incontrare bambini o anziani, oppure di quelli che hanno causato incidenti distruggendo autovetture di cittadini la cui colpa è stata solo di passare di la in quel preciso istante.

Per inciso: oltre allo spavento questi hanno dovuto pagarsi anche i danni. Tanto paga sempre Pantalone alla fine, e a nessuno interessa un granchè. 

10 anni di sangue e paura durante i quali non si è fatto nulla. Dove l’Europa ha dettato le sue regole e nessuno l’ha contrastata. L’orso è protetto quindi intoccabile. L’essere umano invece può essere carne da macello. A complicare ancora di più le cose le associazioni animaliste dentro le quali ci sono persone invasate e nullafacenti che di fatto stanno tenendo in ostaggio il Trentino con ricorsi e contro ricorsi che vengono tra il resto pagati anche con i nostri soldi.

Intanto la gente muore, o rischia di finire dentro i nostri ospedali. Alla fine i rappresentati del Trentino Alto Adige, che abbiamo eletto nell’ultimo decennio in Europa, non hanno risolto un tubo, ma nonostante questo sono stati eletti anche questa tornata. E potrei scommettere che fra 5 anni diremo la stessa cosa. In fondo se siamo dei masochisti poi non lamentiamoci troppo.

Ma che democrazia stiamo vivendo? È questa la libertà per la quale hanno combattuto i nostri padri e i nostri nonni? La libertà di essere inermi di fronte ad un semplice orso che può decidere la vita o la morte di noi tutti senza che nessuno possa fare nulla?

Ai posteri, all’Europa e a chi ci rappresenta l’ardua sentenza….speriamo non troppo tardi però.

A cura di Roberto Conci – direttore editoriale 

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La Francia grazie alla sinistra apre le porte ai “nuovi Barbari”: ecco perché a Trento succederà la stessa cosa https://www.lavocedeltrentino.it/2024/07/15/la-francia-grazie-alla-sinistra-apre-le-porte-ai-nuovi-barbari-ecco-perche-a-trento-succedera-la-stessa-cosa/ Mon, 15 Jul 2024 13:10:20 +0000 https://www.lavocedeltrentino.it/?p=469005 La Francia grazie alla sinistra apre le porte ai “nuovi Barbari”: ecco perché a Trento succederà la stessa cosa

Perché dobbiamo preoccuparsi del voto francese anche se tutti i media dicono che favorirà l’Italia in Europa? È semplice: al di là degli equilibri politici europei il voto francese ha dimostrato la parte debole, la ferita dell’Europa, laddove possono innestarsi batteri che finiranno per cancellarne non solo la nostra tradizione e cultura, ma anche l’esistenza […]

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La Francia grazie alla sinistra apre le porte ai “nuovi Barbari”: ecco perché a Trento succederà la stessa cosa

Perché dobbiamo preoccuparsi del voto francese anche se tutti i media dicono che favorirà l’Italia in Europa?

È semplice: al di là degli equilibri politici europei il voto francese ha dimostrato la parte debole, la ferita dell’Europa, laddove possono innestarsi batteri che finiranno per cancellarne non solo la nostra tradizione e cultura, ma anche l’esistenza stessa come tale.

È chiaro che stiamo parlando di decenni, (non molti per la verità, gli istituti demografici parlano di uno) però vedendo gli sconvolgimenti politici quando non climatici di questo secolo e dello scorso, l’Apocalisse tanto derisa non sembra così improbabile e lontana.

Open, tra i siti geopolitici più autorevoli, ha sentito più opinioni da parte di intellettuali in merito al voto francese, e il riassunto non poteva essere espresso in modo migliore dal filosofo Onfray:Che cosa vogliono i francesi? Non una Francia razzista che odia le minoranze no, vogliono semplicemente una Francia che lavora e che vorrebbe vivere del proprio onesto lavoro, una Francia che non manifesta nelle strade, non dà fuoco ai cassonetti, non distrugge le fermate degli autobus, non saccheggia le banche o i McDonald’s, una Francia che versa contributi e paga tasse imposte dirette e indirette e che vede le sue contribuzioni indirizzate prioritariamente verso la miseria del mondo e i bisogni dei paesi europei più poveri e le guerre planetarie.

La maggioranza di quelli che votano destra, anche la cosiddetta estrema destra, è una Francia che non ne può più di vedere la propria Polizia umiliata e delinquenti pavoneggiarsi. Che non ne può più di dover strisciare per attraversare i territori persi della Repubblica in pieno giorno. Una Francia che desidera beneficiare di quel diritto umano dimenticato che è la sicurezza, un diritto che si trova sia nella Dichiarazione dei diritti dell’Uomo che in quella della Corte Europea, e che il Nuovo Fronte Popolare, comunista, di Melenchon, considera come un diritto attribuibile solo all’ Estrema Destra”, e da qui la mobilitazione generale per votare l’estrema sinistra, Mbappé compreso, che è stato cacciato e deriso dagli europei.

La sinistra ha fatto eleggere nelle sue fila, pur di contrastare la Le Pen, anche integralisti islamici omofobi e fermamente antisionisti. Come dire, a mio parere, non c’è limite al peggio. Per vincere Melenchon ha fatto patti che ritengo personalmente scellerati con altri partiti facendo ritirare molti candidati, e mettendo alcuni immigrati stabilizzati che eletti però hanno mugugnato contro gli omosessuali e gli ebrei, tanto che Israele ha invitato gli ebrei di Francia a lasciare il paese e andare a vivere da loro.

Qui non siamo a questo livello, però pensateci bene e considerate quello che è accaduto non solo nelle ultime settimane ma negli ultimi anni a Trento e in Tentino, orsi esclusi. 

Molteplici, troppi episodi che hanno generato paura, insicurezza, radicale modifica delle abitudini in virtù del fatto che girare di notte rappresenta un pericolo per i nostri figli prima che per noi. In certi posti poi i trentini non ci passano nemmeno di giorno perché ormai sono ritenute delle zone franche. 

La maggioranza dei reati sono attribuiti prevalentemente ad extracomunitari, abbiamo una città che potremmo dire “invasa” da clandestini dei quali larga parte non dovrebbe nemmeno essere sbarcata, o quantomeno essere censita.

Nell’ultimo blitz delle forze dell’ordine in sole 4 ore sono state identificate 100 persone straniere pregiudicate e senza documenti. È quindi – a mio parere – possibile pensare che solo a Trento dimorino oltre 800 persone clandestine. Una cifra impensabile.

E a questi ultimi della Terra vogliamo un gran bene, e li aiutiamo, però…. C’è un però.

Larga parte di loro, se proprio non è incline per natura, purtroppo è preda naturale di ex clandestini radicati che magari oggi hanno la casa Itea e che campano tranquillamente galleggiando su una pioggia di contributi provinciali, spacciando o peggio.

La legge italiana non consente come quella americana di far tornare al paese d’origine (dove comportarsi come da noi significa decapitazione) chi, come moglie e e suocera di Sumaoro hanno (pare) usato i nostri soldi per comprarsi vestiti gioielli e quant’altro, e di lusso sfrenato.

Dalle indagini sembra tutto vero, ma, temiamo, ci potrebbero essere processi ventennali, e magari verranno condannate, poi assolte, poi magari in Cassazione ci sarà il rinvio per merito a processo, e alla fine cadrà tutto in prescrizione. 

Questo mentre in America sarebbero già nel paese di origine, additate quali approfittartici  e trattate di conseguenza, cittadinanza o no, perché attentatrici morali ed economiche dello Stato, altro che truffettina come da noi. Qui – a mio parere – se va male le due la sinistra le candiderà alle prossime europee e il gioco è fatto. 

Allora ci chiediamo perché veniamo additati come razzisti solo per queste opinioni quando lo stesso razzismo è insito nell’animo di chi viene a lordare ad approfittare di quello che abbiamo costruito in tanti secoli di operoso lavoro.

E la scusa del colonialismo italico è a mio parere una vera baggianata, non è stata studiata in maniera approfondita, viste le continue pubblicazioni uguali e contrarie, lo sfruttamento c’è stato vero, ma ha anche innestato uno sviluppo che nell’isolamento desolato e immobile da secoli ha comunque creato un motivo e un senso comune di appartenenza ad una nazione.

Ora siamo – sempre ovviamente a mia personale opinione, di fronte ad una sorta di vendetta al contrario, una colonizzazione spietata e senza regole agevolata da un pernicioso senso di colpa latente che ci vede colpevoli per avere abusato di territori una volta occupati dalle masse che entrano in Europa.

Quel che ci si chiede è: dovremmo essere in colpa anche per aver colonizzato come Roma l’intero mondo conosciuto? Ogni epoca è fine a se stessa, i nostri figli non hanno colpa di quello che erano nel pensiero comune di tanti anni fa i nostri antenati, ma in ogni caso devono portare avanti quanto di buono hanno costruito, civiltà, cultura e sicurezza comprese.

Ritenere che noi dobbiamo accettare di tutto e pagare per aver reso schiavi dei soggetti duecento e più anni fa equivale a dire che un bambino di oggi deve pagare un risarcimento danni solo perché cento e più anni prima avevamo il sogno di un impero.

Un impero tutto sommato poco accogliente ed abbiamo fatto quasi un favore alle popolazioni che ci vivevano, mentre diverso è per la Francia e altri stati europei che si sono accaparrati risorse in termini di materie prime e per lavarsi la coscienza hanno fatto degli abitanti delle loro colonie cittadini francesi, inglesi ecc.

E’ a persone così, laureate o meno a cui Melenchon si è rivolto inventandosi il pericolo della destra, ed ora succede che abbiamo un presidente francese che non sa da che parte guardare perché sia a destra che a sinistra deve appoggiarsi a un estremismo che non è proprio di un moderato centrista come lui, e si è reso conto della grandissima cretinata che ha fatto nell’indire le elezioni.

Oggi però l’etremismo di sinistra fa ancora più paura.  Tutto questo mentre stiamo rivolgendo ogni nostra attenzione alla guerra in Ucraina, preparandoci a metterci i missili in giardino, e stiamo attendendo l’invasione di Putin. Ma ci siamo forse chiesti quanti emigranti vanno in Russia? Zero.

Allora diamo la patente di dittatura razzista ad un paese che si professa cristiano e non li accoglie, e lo odiamo. Doppia confusione mentale.

Tradotto significa che l’Europa accoglie tutti a braccia aperte, terroristi, integralisti, spacciatori, stupratori ecc… fregandosene delle tradizioni. Non controlla nulla e pare vezzeggiarli, anche se spacciano da clandestini ai nostri figli minori, e mi fermo qui, li coccola anche con il permesso di soggiorno, e permette che molti immigrati abbiano casa, lavoro e quant’altro oltre a cospicui benefici mentre il cittadino italiano di turno tale trattamento se lo può sognare.

Siamo arrivati – penso – quindi ad un assurdo che lava sì qualche coscienza, ma soprattutto dà l’impressione che questo tipo di battaglie così ferventi da parte della sinistra siano fatte per larga parte da loro dirigenti ben pagati, che sanno comunque di cascare in piedi vuoi per discendenza da famiglie ricche e passaporti prestigiosi, vuoi perché comunque capilista di professione nelle elezioni a discapito di tutta la povera gente.

Cittadini che devono subire e soffrire questo tipo di pressione, incertezza, insicurezza, dopo aver fatto tutti assieme grande un’Italia che ultimamente assistiamo paciosamente assediata da quelli che io personalmente definisco “nuovi Barbari”, del tutto incontrollati, anzi agevolati.

Trento è un grande esempio e grazie a chi ha lavorato sodo, e il fatto di essere la più vivibile delle città non è un caso ma è per il culo che ci siamo fatti tutti noi, i nostri padri e i nostri nonni.

Il finto benessere dei dati sui reati rilanciato ogni tanto dalle forze dell’ordine è solo  parte di una fotografia in negativo dell’Italia, che ci rifiutiamo di guardare a fondo semplicemente perché consideriamo le statistiche come veritiere quando sappiamo benissimo che i dati sono drogati da una sorta di considerevole arrendevolezza da parte dei cittadini a fare denuncia.

E non fanno denuncia perché convinti che tanto le istituzioni non sapranno mai far fronte a quelli che in linguaggio giuridico si chiamano microcriminalità e reati bagatellari quando invece per il cittadino che li subisce sono reati che pesano, eccome se pesano, provate a rubarmi la bicicletta.

Ricetta? Continuiamo a “farci il culo” (per così dire) per rendere il Trentino migliore. Ma queste sono riflessioni personali e lecite.

Buona settimana a tutti, e tanta fortuna. (pare ce ne sia bisogno)

A cura di Roberto Conci – direttore editoriale

 

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Figuraccia della nazionale italiana segno del decadimento del nostro paese https://www.lavocedeltrentino.it/2024/07/01/figuraccia-della-nazionale-italiana-segno-del-decadimento-del-nostro-paese/ Mon, 01 Jul 2024 18:14:01 +0000 https://www.lavocedeltrentino.it/?p=466909 Figuraccia della nazionale italiana segno del decadimento del nostro paese

Spalletti e Gravina subito a casa. È necessario avere la consapevolezza che siamo dei «brocchi»

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Figuraccia della nazionale italiana segno del decadimento del nostro paese

Eliminati al primo turno dal Mondiale Sudafricano del 2010 e da quello brasiliano del 2014, ultimo atto della gestione Prandelli, non qualificati ai mondiali in Russia nel 2018, e in Qatar nel 2022. Ed ora fuori anche dal campionato europeo agli ottavi dopo esserci arrivati in modo miracoloso giocando un calcio vergognoso.

Il Commissario tecnico Spalletti, in piena confusione, ha dichiarato che con l’Albania gli azzurri avevano giocato abbastanza bene. Bastano queste parole per capire che in che situazione siamo. Siamo dei brocchi, prendiamone atto e finiamola di sopravallutarci.

Sia ben chiaro: non è la prima volta che non andiamo al mondiale ma per due volte di fila non è mai capitato: nella storia della Nazionale italiana di calcio non è mai successo di non partecipare a due Mondiali di seguito. L’Italia non si è qualificata ai Mondiali solo un’altra volta: non è andato in Svezia, per l’allora Coppa Rimet del 1958.

Torniamo però al presente. L’eliminazione dell’Italia dagli Europei 2024, dopo una sconfitta per 2-0 contro la Svizzera negli ottavi di finale, ha lasciato un’amara delusione tra i tifosi e in tutto il Paese. La partita ha mostrato una squadra italiana incapace di impensierire gli avversari e vulnerabile in difesa.

Le criticità della Nazionale italiana sono emerse chiaramente durante tutto il torneo. L’assenza di un gioco consolidato e di giocatori di classe mondiale ha contribuito alla disfatta, evidenziando la mancanza di leadership e la capacità di reazione nei momenti difficili.

Questa eliminazione precoce rappresenta un duro colpo per il calcio italiano, che ora dovrà riflettere profondamente e pianificare attentamente il futuro per tornare competitivo a livello internazionale.

Credo che sia arrivato il momento di dire la verità a tutti gli italiani. Oggi la nostra nazionale è mediocre e va inserita in una virtuale terza fascia mondiale. Per dirla tutta siamo allo stesso livello di squadre che fino a 20 anni fa dall’Italia subivano 5 o 7 gol a partita. Non bisogna illudere nessuno quindi e smetterla di pensare che possa succedere un miracolo come nel 1982. La nostra nazionale rappresenta un altro segno del decadimento della nostra società. 

Le scuse e le analisi del CT (chi lo capisce è bravo, visto che non riesce a mettere insieme una frase compiuta) per la sonora sconfitta diventano ancora quasi ironiche perché appese al nulla. Prima mancano i giovani, ma in questi Europei non eravamo i più vecchi e abbiamo perso contro la Svizzera.

Il problema è più strutturale ed evidentemente parte da lontano. Non ci sono più i Totti, Baggio, Maldini, Baresi, Cannavaro e Del Piero. Ora quelli che giocano in nazionale sono dei brocchi. Prendiamone atto.

Il problema sono i troppi stranieri? Non è vero perché il problema esiste dal tempo della legge Bosman. C’è però da chiedersi quante famiglie italiane possono permettersi di mandare i propri figli nelle scuole calcio. La domanda è legittima, ma se la risposta è quella che temo, la prima selezione diventa una scelta sociale e non più sportiva. E questo non sarebbe ammissibile. 

Forse oggi si parla più di tattica che di tecnica, non ci sono più calciatori che saltano l’uomo e che creano spazi su questi campi sportivi che diventano sempre più piccoli ogni minuto che passa. Non parliamo poi della costruzione ostinata dal basso, una noia assoluta. Forse come detto ieri da Caressa nella sua disamina servono borse di studio, aiuti economici, scuole federali gratuite. Ma anche persone che di calcio ne capiscono davvero. 

Un ultima cosa: Carlo Tavecchio, presidente della Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio), si è dimesso dal Consiglio federale a seguito della mancata partecipazione dell’Italia ai Mondiali del 2018 in Russia. Oggi dopo altra mancata partecipazione ai mondiali, Qatar 2022, e la figuraccia europea non ci si dimette ma si pensa alla riorganizzazione di una debacle. Tavecchio va ricordato per un sussulto di dignita’ che, purtroppo, non ha fatto scuola.

Per evitare un nuovo fallimento Spalletti e Gravina devono subito dimettersi. Si deve ripartire da zero con forza e coraggio.

A cura di Roberto Conci – direttore editoriale 

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“I figli dell’apocalisse”: Abbiamo creato alcuni mostri, e ne siamo inconsapevoli complici https://www.lavocedeltrentino.it/2024/06/26/i-figli-dellapocalisse-abbiamo-creato-alcuni-mostri-e-ne-siamo-inconsapevoli-complici/ Wed, 26 Jun 2024 15:58:14 +0000 https://www.lavocedeltrentino.it/?p=465975 “I figli dell’apocalisse”: Abbiamo creato alcuni mostri, e ne siamo inconsapevoli complici

Il rapporto annuale sulla criminalità minorile, diffuso dal Servizio Analisi Criminale, della Direzione Centrale della Polizia Criminale sottolinea  che le violenze sessuali da parte dei minorenni tra il 2022 ed il 2023, registrano ancora un incremento dell’8,25% sul totale. La relazione annuale del 2024 al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia immagina scenari ancora più […]

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“I figli dell’apocalisse”: Abbiamo creato alcuni mostri, e ne siamo inconsapevoli complici

Il rapporto annuale sulla criminalità minorile, diffuso dal Servizio Analisi Criminale, della Direzione Centrale della Polizia Criminale sottolinea  che le violenze sessuali da parte dei minorenni tra il 2022 ed il 2023, registrano ancora un incremento dell’8,25% sul totale.

La relazione annuale del 2024 al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia immagina scenari ancora più drammatici per gli adolescenti e giovani italiani che sono sempre più attratti dalla droga, e l’età alla quale fanno il primo incontro con le sostanze stupefacenti è sempre più bassa.

A riguardo secondo i dati del 2023, quasi 960.000 giovani tra i 15 e i 19 anni, pari al 39% della popolazione studentesca (quattro studenti su dieci), hanno provato almeno una sostanza psicoattiva illegale nella loro vita, e oltre 680.000 (più di un quarto della popolazione studentesca) lo hanno fatto nell’ultimo anno. 

Risulta incredibile dal report come la percentuale dei genitori che tollerano il consumo di droga e alcol dei figli sia altissima.

Nel merito, due quinti dei genitori hanno un atteggiamento di tolleranza verso il consumo di sostanze cannabinoidi e che metà dei genitori ritiene che l’uso di alcol e cannabinoidi debba essere contestualizzato prima di essere giudicato.

Da 15 anni l’Europa è sotto assedio da parte di una impressionante concatenazione gli eventi nefasti come il Covid, la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la grande recessione, il problema migranti, il costo del denaro, la crisi energetica, il cambiamento climatico sempre più marcato e pericoloso.

Tutto questo deragliamento è iniziato nel 2009, l’età dei nostri ragazzi oggi quindicenni.

I numeri della paura sono impressionanti: su 400 milioni di elettori europei quasi 74 milioni sono preoccupati per la gran parte dei nuovi flagelli come: Covid, mutamento climatico, crisi economica globale, e, in percentuale non troppo inferiore, immigrazione e la guerra in Ucraina.

Su questo Maurizio Ferrara ne scrive in un recente articolo sul Corriere della Sera dando conto di questa elevata percentuale di diffusa paura e senso di insicurezza da parte di larga fetta di popolazione europea, paura che alimenta un potenziale di protesta così esteso da avere aspetti inquietanti.

E non occorre essere specialisti in Geopolitica per osservare che le proteste in forma violenta potranno avverarsi in territori nettamente più esposti e maggiormente fatti oggetto di tali eventi, caratteristica che nel Belpaese centriamo in pieno.

L’ampio margine di questa protesta è raccolto dai più giovani, e spesso sterza in un nichilismo da mancanza di prospettive e rabbia per come abbiamo reso poco rassicurante per non dire cupo il loro futuro.

Tale protesta, specialmente quando l’urlo di ribellione si traduce non tanto nel volere i canonici temi come un mondo più giusto (spesso coincidenti tra Vangelo e il Capitale) o maggiori libertà civili delle varie ideologie pre e post-sessantottine, ma generare violenza gratuita e fine a se stessa, priva di ideali e proposte.

È solo un aggredire in modo selvaggio le regole democratiche, creare insicurezza, generale paura mediante violenza e disfarsi fisicamente attraverso l’uso smodato di ogni tipo di droga o di alcol.

Perché fuori di questo è il nulla. Nichilismo appunto.

E l’obiettivo è fare di tali comportamenti un medagliere, da esporre idealmente sul petto di qualche T-shirt per elevarsi nell’ammirazione delle varie tribù clanistiche di appartenenza.

Il confluire quanto sopra in una pseudo-cultura musicale e il lassismo per puro scopo di profitto delle case produttrici e di chi vigila sulla censura nel non stigmatizzare già da subito il tam-tam mediatico generato dai giovani profeti della violenza e dello spaccio, ha creato una platea di minorenni che sognano Kalashnikov d’oro massiccio con cui sparare agli sbirri da una Lamborghini imbottita di droga.

Ma non solo. Anche stuprare le madri e le ragazze in genere, come purtroppo le cronache di questi giorni ci ricordano.

Violenze queste, che hanno a mio parere creato nelle coscienze più deboli un mostruoso delirio imitativo tale da illudere questi ragazzi, per la maggior parte minorenni, di essere onnipotenti.

Tutto questo lo avevamo anticipato in un articolo, (vedi link) diffuso sul nostro quotidiano quando eravamo entrati in una baby gang locale descrivendone appunto il loro nichilismo.

Ha quindi ragione il Presidente del Tribunale dei minori di Trento dottor Spadaro quando dice che bisogna agire non solo in modo giudiziario, ma incrementare prevenzioni alternative.

I genitori della generazione Z sono al palo, e, come stigmatizza sempre Spadaro, gli smartphone hanno disastrato le coscienze più deboli dei ragazzi.

Ritengo a mio parere che gli smartphone hanno contribuito a creare dei cortili virtuali e, almeno durante il Covid, hanno avuto una funzione salvavita. E non solo per i ragazzi.

Non ci deve stupire tanta violenza da parte minori quando autoctoni, i minori di oggi, sono spesso figli cercati in ogni modo possibile, e come in Cina al tempo del controllo delle nascite, sono una specie protetta. Anche troppo. Specie talmente protetta e viziata che spesso si chiude nei loro confronti non un occhio, ma due.

Ma è, questa, una generazione che rischia di essere improduttiva, pesare sempre più sui genitori attempati e non in grado di affrontare le “violenze domestiche al contrario” ma assolvere tutto per il dono ricevuto di avere figli quando nessun si sogna di farlo, in un’epoca dove fare figli, almeno dall’inizio dell’apocalisse nel 2009, significa automaticamente povertà.

Povertà dalla classe media in giù ma non di tanto, visto che le classi meno abbienti (la maggior parte extracomunitari) hanno tante di quelle agevolazioni che spesso raggiungono un reddito netto paragonabile a quello di tanti liberi professionisti.

L’impoverimento generale va di pari passo con quello culturale. L’impoverimento culturale va di pari passo con la violenza. Pasolini diceva: dove c’è violenza c’è stupidità, è andato incontro alla stupidità e ha trovato violenza, l’ equazione è drammaticamente perfetta.

Resta solo un ragionamento: Che fare?

L’abbassamento della maggiore età punibile per i possibili reati è la prima cosa che risalta alla mente di tutti, ma è difficilmente praticabile. Lasciare a piede libero i più pericolosi delinquenti minori lo è altrettanto però.

Non esistono ricette, se non una prevenzione talmente pressante verso le famiglie tanto da formarle ad essere delle esperte in tema di violenza minorile.

Certo, la più facile è quella di abbassare l’età minorile come negli Stati Uniti, ma il loro è un mondo talmente duro e competitivo, specialmente per gli ultimi, che non è confrontabile con il nostro, che si basa su una Costituzione non di frontiera come la loro.

Su alcune cose ci si può lavorare, fare prevenzione nelle scuole. Ma sul serio. Si potrebbe anche coinvolgere ogni istituzione preposta, creando una casa virtuale e culturale.

Una casa dove poter dire: Qui, potete sentivi al sicuro. “Vincere, non trascorrere il tempo”, diceva Hemingway, ma sei sai come trascorrere il tempo vivi di più. Senza ammazzare, senza drogarti.

A cura di Roberto Conci – direttore editoriale

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Le «Banlieue» di Trento: Iris Setti e Andrea Papi docet (forse) https://www.lavocedeltrentino.it/2024/06/23/le-banlieue-di-trento-iris-setti-e-andrea-papi-docet-forse/ Sun, 23 Jun 2024 18:13:53 +0000 https://www.lavocedeltrentino.it/?p=465392 Le «Banlieue» di Trento: Iris Setti e Andrea Papi docet (forse)

Vi spiego perché alcuni migranti tengono in scacco città italiane cento volte più piccole di Parigi

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Le «Banlieue» di Trento: Iris Setti e Andrea Papi docet (forse)

I tre recenti episodi di violenza successi a Trento in solo 24 ore mi hanno fatto riflettere molto, stimolato anche dalle molte email condite di disagi e malesseri di numerosi lettori del nostro quotidiano. Chiarisco: anch’io mi sento molto a disagio per questi episodi. 

L’atto vandalico del magrebino nudo in centro storico che “impazzito” si è messo a devastare gli specchietti dell’auto parcheggiate, il 18 enne nord africano che ubriaco, drogato e senza patente che dopo aver rubato l’auto si è schiantato sulla colonnina elettrica a Spini di Gardolo ed infine i 3 minori stranieri che strappano le catenine dal collo delle anziane certificano ormai che il sottile filo che divide la legalità e la criminalità è stato superato. 

Che tutti noi cittadini ci sentiamo in pericolo è cosa ormai certa. Che a Trento ci siano “mine vaganti” e bombe sociali pronte a scoppiare lo dico dal 2018. Anzi, l’avevo anche scritto, (leggi qui) attirando l’ira del radical chic col rolex e compagnia bella.

In attesa dei blocchi navali e del trasferimento del 5% dei migranti in Albania, la maggior parte dei quali tornerà in Italia a spese nostre e ci mancherebbe, la situazione è questa. Facciamocene una ragione punto e basta, anche se in molti vorrebbero chiedere i danni ai sindaci o alla Meloni per i danni subiti (vedi specchietti e auto distrutta). E sono d’accordo con loro. Non siamo stati noi infatti a volere sul nostro territorio criminali, spacciatori e via dicendo…

Trovare i responsabili è anche troppo facile: coloro che gravitano nella piattaforma della politica. Ma attenzione, non parlo dei poveri Sindaci dei paesini, nemmeno dei governatori delle regioni, ma di coloro che sono nelle stanze del vero potere. Di coloro che dimorano a Roma. Dei premier e dei governi che negli ultimi 20 anni hanno operato le scelte che ci hanno portato a questo. Al rischio della distruzione e del decadimento della nostra società. 

L’altro giorno, parlando con alcuni parigini, di italica origine, in vacanza in Trentino, mi sentivo raccontare il loro stupore nel vedere come a Trento, in pieno centro, soffriamo problemi simili a quelli che accadono quotidianamente nelle loro periferie più emarginate e di riflesso meno controllate dalle forze dell’ordine.

Facevo loro notare che a Trento, come in Italia, almeno fino ad ora non ci sono mai stati attentati paragonabili a quelli avvenuti in Francia ed in particolare a Parigi.

Questo, pur comprendendo come da loro l’immigrazione essendo la Francia una potenza colonialista, sia strutturata, cadenzata e agevolata dalle numerose etnie e clanismi presenti sul loro territorio ormai da molti decenni a partire dal secolo scorso.

Per contro, i turisti della Ville Lumiere mi rispondevano che il problema nostro risiederebbe proprio in questo, ovvero non aver mai avuto attentati così eclatanti e sanguinosi come quelli avvenuti in Francia.

E mi spiegavano che sono stati proprio questi attentati che hanno man mano modificato nell’opinione pubblica, compresa l’intelligenza più liberale e di sinistra radicata in Francia fin dal sessantottismo post gollista, arrivando, oltreché a votare in massa per le destre come da previsione, a tollerare senza nessun tipo di riserva sia la ruvidità della polizia francese (l’unica Polizia europea nel mirino di Amnesty International) sia la presenza dell’esercito (Operation Sentinelle) in ogni città a rischio, e con molti più poteri, compresa una consistente fornitura di quest’ultimo ente di equipaggiamenti e addestramento militare alla Polizia (in particolere alla PPUs, la polizia paramilitare specializzata).

Ciò rispetto, o a dispetto, della tanto vituperata e debolmente normata operazioneStrade Sicure” che piace a tutti gli italiani, la vorrebbero con più poteri per le nostre forze armate, ma non piace alla maggioranza dei sindaci di sinistra ed in generale alle opposizioni, che fanno un’opposizione di default a tutto, comprese le loro stesse proposte politiche di quando erano al governo.

Ora di fronte ai recenti episodi che hanno visto il centro di Trento messo in serio pericolo da extracomunitari privi di controllo, sotto l’effetto di alcol e droghe, dove solo la fortuna ha evitato guai più seri ai cittadini bisognerebbe come minimo creare una vera strategia.

L’omicidio Iris Setti insegna. Una donna barbaramente uccisa perché colpevole solo di essere stata per puro caso e nel momento sbagliato sulla traiettoria di uno dei vari soggetti extracomunitari che come “mine vaganti” vagano indisturbati e privi di misure efficaci, ma protetti da provvedimenti – a mio parere sterili – di espulsione o denuncia a piede libero.

In loro spesso e per loro stessa ammissione nei deliri hanno insita una rabbia ed un livore nei confronti dell’occidente, a volte alimentata non solo da alcol o droghe ma da problemi psichici facilmente rilevabili, ma mai concretizzati in provvedimenti per la ancor più difficile attuazione di contenimenti come il TSO. 

Il paragone con gli orsi è fin troppo facile: voluti dal centrosinistra, aderendo ad un progetto insensato fin dalla stesura fatto da alcuni studenti e ricercatori molto allegri riguardo alla altrui sicurezza (vedasi l’intervista del padre di Papi a Radio24 il Sole Ventiquattrore) cui hanno subito aderito gli allora governanti forse dopo aver visto il budget complessivo dei finanziamenti europei.

C’è quindi stato il primo morto, dopo che gli innumerevoli ferimenti venivano forse un po’ troppo sottovalutati. È come un ciclo che si ripete e si ripete nuovamente senza che nessuno riesca ad interromperlo. 

Gravi ferimenti quelli compiuti dagli orsi, e non solo fisici ma anche in termini di shock, a volte imputati dagli animalisti più estremi, alla sventatezza delle vittime nell’aver voluto passeggiare, come hanno sempre fatto prima di questo scellerato progetto.

Gli orsi non vivono più nei boschi, ma dentro i nostri paesi non troppo distanti dalle città, vedasi l’orso sul balcone di Calliano oppure quelli che si avventurano ormai tutte le notti nei paesi della val di Sole.

La patata bollente è stata servita, comprese le braci ardenti, agli inevitabili governi di destra succedutisi in Trentino dopo il totale fallimento di quelli di sinistra, che avevano approvato questa follia. Sono stati quindi presi dei provvedimenti tuttora purtroppo poco efficaci, ma almeno messi in cantiere.

E, tornando alle mine vaganti, provvedimenti radicali e drastici andrebbero presi anche per loro. Sia dal punto di vista preventivo come dal punto di vista progettuale e di contenimento di alcune deviazioni pericolose, dovute alla potenziale pericolosità di certi extracomunitari che abbinano la loro fragilità psicologica ad accostamenti di pericolosa deriva religiosa e radicalista.

Si riterrebbero a questo punto necessari, alla stregua di una richiesta corale, utilizzare gli stessi mezzi politici democratici e costituzionali che vorrebbero utilizzare le opposizioni per fermare le scelte progressiste e tutt’altro che conservatrici dell’attuale governo.

Fintanto che persisterà questo attendismo, che pare non veda l’ora di agire solo quando passerà, non sul Gange ma sull’Adige, un ennesimo cadavere ucciso proprio dall’attendismo, saremo sempre più alla mercé di una percezione dell’insicurezza che ci pervade.

Ci pervade da cittadini in prima persona, e da figli, genitori, familiari e amici ogni volta che sappiamo avere qualcuno dei nostri cari passeggiare per il centro di Trento, a qualsiasi ora, ed è opinione comune presente in più interviste, a dispetto delle statistiche.

Percezione dell’insicurezza a quanto pare molto lontana dal pensiero dei cittadini di Parigi centro, che per assurdo si sentono più insicuri nelle grandi, medie, piccole, e addormentate città italiane.

Schlein docet. Iris Setti e Andrea Papi pure. Che la pace e la ragione cada su di loro.

A cura di Roberto Conci – direttore editoriale 

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Europa, che fare? Ci preoccupiamo di Putin ma i problemi sono ben altri https://www.lavocedeltrentino.it/2024/06/21/europa-che-fare-ci-preoccupiamo-di-putin-ma-i-problemi-sono-ben-altri/ Fri, 21 Jun 2024 14:50:38 +0000 https://www.lavocedeltrentino.it/?p=465173 Europa, che fare? Ci preoccupiamo di Putin ma i problemi sono ben altri

Il voto europeo ha evidenziato due mondi contrapposti, ma caratterizzati da un punto comune: la paura nel multiculturalismo. Il multiculturalismo ci ha divisi tra chi lo teme e chi lo invoca. Alla luce di questo basta farsi un giro su Internet evitando i siti in odore di fake e basandosi solo su quelli attendibili come Istat […]

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Europa, che fare? Ci preoccupiamo di Putin ma i problemi sono ben altri

Il voto europeo ha evidenziato due mondi contrapposti, ma caratterizzati da un punto comune: la paura nel multiculturalismo.

Il multiculturalismo ci ha divisi tra chi lo teme e chi lo invoca. Alla luce di questo basta farsi un giro su Internet evitando i siti in odore di fake e basandosi solo su quelli attendibili come Istat o Avvenire per rendersi conto dei dati predittivi che si ipotizza modificheranno sostanzialmente l’Unione Europea nei prossimi anni.

E per prossimi anni si intendono un paio di lustri, forse anche tre.

Cosa cambierà? Basti solo pensare che nel 1960 L’Africa contava circa 284 milioni di abitanti, Ora si avvicina al miliardo e mezzo (Con stime di due miliardi e mezzo nel 2050) ed un cittadino africano su due ha meno di diciotto anni.

Stime demografiche parlano di circa duecento milioni di cittadini africani stabilizzati in Europa tra una decina d’anni, mentre la popolazione UE attualmente non arriva a cinquecento milioni ed è in alcuni Stati membri ferma, in altri, come l’Italia in calo.

Del resto avere figli in Italia, col reddito da fame che ci ritroviamo, significa gettare sul lastrico intere famiglie.  Qui si rischia insomma di fare la fine del vecchio impero romano, scomparso dopo qualche centinaia di anni dall’apertura dei confini ai barbari.

Le sinistre si fregano le mani di fronte a queste cifre, vedendone messi di voti a loro favore, visto che la maggior parte sono per l’accoglienza incondizionata e fuori da quel controllo tacciato come “razzismo colonialista” che la destra invoca a baluardo di un soverchiamente totale delle nostre tradizioni.

Ma fermandosi a questo a mio parere non hanno capito nulla di quali siano i reali progetti delle Destre Europee.

I partiti di Destra anche i più nazionalisti, sanno benissimo che l’avanzata è inarrestabile, semplicemente va controllata con attenzione per vari ordini di fattori, uno su tutti l’integralismo estremista islamico che sta facendo sempre più presa nelle popolazioni africane.

Con molta probabilità rischia di avverarsi la profezia dello scrittore Houellebecq, ben descritta nel suo libro “Sottomissione”, che racconta di una Francia islamizzata proprio in virtù di accordi tra i partiti islamici e i socialisti. Forse quello che sta avvendendo ora tra le destre e le sinistre europee.

Il libro di Houellebecq, per nulla distante da una realtà prossima futura, racconta di un apparentamento tra islamici e socialisti per governare la Francia dove gli islamici non chiedono nulla di più che un ministero, ma non quelli chiave come Interno o Economia: solo quello della Cultura.

Non anticipo il resto, ma si può immaginare da soli la fine che faranno nel romanzo le donne nei posti chiave della cultura e dell’Intellighenzia anche di sinistra.

L’integrazione ora come ora è fuori dai binari, e di questo ne sono tutti consapevoli, anche larga parte delle Sinistre più sveglie, tranne forse i Radical-Chic con villa e conti in Svizzera. Ogni riferimento è voluto.

E sono d’accordo con gli intellettuali più accorti e ferrati in geopolitica quando affermano che il multiculturalismo ci è stato imposto. Il popolo italiano non lo ha mai voluto, qualcuno si è fatto “incantare” da Saviano e dalla Boldrini di turno quando dicevano che i migranti avrebbero portato un valore aggiunto e nuova ricchezza alla nostra bella Italia.

Come sono andate le cose lo abbiamo visto tutti, anche la Boldrini che se ne guarda bene dal toccare l’argomento dopo che i contribuenti hanno speso vagonate di euro per mantenere queste «risorse».

Un arabo egiziano figlio di un Imam: Hamed Abdel-Samad, che in passato si era avvicinato ai Fratelli Musulmani, ha capito che il multiculturalismo si può fare anche alla rovescia, ovvero studiare anche l’altrui pensiero religioso o politico o di appartenenza.

E naturalmente come tutti coloro che tentano di avere libertà di pensiero nel mondo radicale è oggetto di condanna a morte da parte dei radicalismi più spinti. 

Quello che scrive può o meno essere condiviso dai più ma fa comunque riflettere: “Gli abusi nelle sottoculture dei migranti come l’islamismo, il crimine dei clan come la disintegrazione, sono stati tenuti segreti. L’Europa si è astenuta dallo sviluppare una cultura della leadership per la convivenza e ha sperato nelle sottoculture che i migranti hanno portato con loro. Ma una cultura accogliente senza una cultura dominante non ha senso”.

E ancora: L’Europa non è più in grado di offrire un’identità positiva e sicura di sé né alla propria popolazione né ai migranti. La colpa dell’uomo bianco per il colonialismo, la schiavitù e l’Olocausto hanno lasciato un vuoto identitario che ora è riempito da ideologie radicali. Un’identità basata sulla colpa è repellente sia per la   popolazione sia per i migranti. C’è l’odio per sé stessi e una mentalità socialista. Certa sinistra odia il capitalismo ma non può abolirlo. Non avendo potuto provocare una rivoluzione della classe operaia ora si allea con i migranti in quanto le presunte vittime del capitalismo. Non sono riusciti a conquistare le fabbriche e i mezzi di produzione; quindi, ora stanno conquistando la cultura e la lingua e cercano di distorcerli: il risultato sono il multiculturalismo e il politicamente corretto”.

Ma, approfondendo il suo pensiero: “I politici pensano strategicamente a breve termine, fanno affari con gli stati del Golfo e gli altri paesi islamici… (…) ma considerano bigotte e di destra le critiche all’islam e alla politica europea sull’immigrazione. Praticano una sorta di gerarchizzazione delle vittime: le vittime del razzismo bianco stanno al di sopra delle vittime del razzismo islamista e delle vittime della violenza interna dei migranti. Altri intellettuali sono solo codardi. Hanno paura degli attacchi islamisti e preferiscono tenere la bocca chiusa. Ma si vergognano di ammetterlo e di nascondersi dietro a una incompresa tolleranza”.

Interrogato in una intervista su ottimismo o pessimismo della ragione ecco cosa dice“È tragico che i musulmani islamizzino l’Europa più di quanto l’Europa li europeizzi! (…) Temo che sia troppo tardi! Un sacco di dentifricio è stato spremuto fuori dal tubetto e ora stanno cercando di rimetterlo dentro a forza. L’Europa deve ripensarsi e affrontare l’islamismo. Ma non vedo volontà da parte della politica o degli intellettuali. Mancano il coraggio, la perseveranza e la fede nei propri valori”.

E noi stiamo ancora a preoccuparci di Putin…

A cura di Roberto Conci – direttore editoriale 

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