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Orso in Trentino: dieci anni di sangue, aggressioni, morti, predazioni e paura

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L’attacco al turista straniero da parte di un orso nei boschi di Dro, avvenuto stamane 16 luglio, è solo l’ultimo episodio di una serie di eventi simili verificatisi in Trentino.

Le aggressioni sono cominciate nel 2014, esattamente il 14 agosto quando l’orsa Daniza aveva aggredito Daniele Maturi, un fungaiolo nei boschi di Pinzolo.

La vicenda si era conclusa con l’uccisione accidentale di Daniza il 10 settembre 2014, durante un tentativo di cattura, mentre era con i suoi due cuccioli.

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Gli incontri tra l’orso e l’uomo si sono intensificati sempre di più negli ultimi 10 anni proporzionalmente all’aumento dei plantigradi che ora le stime ufficiali dicono siano un centinaio, mentre quelle non ufficiali parlano di circa 200 esemplari tutti residenti nel Trentino Occidentale, praticamente in un fazzoletto di terra.

La specie si è evoluta negli ultimi anni a tal punto da non avere più nessun timore reverenziale verso l’uomo, anzi, gli avvistamenti giornalieri segnalano gli orsi sempre più vicini alle case, in molti casi anche dentro il centro dei paesi.

A fine maggio 2015, Marco Zadra, 42enne di Villazzano, era stato aggredito ed inseguito da un orso sul sentiero che da Zambana Vecchia sale al Cason, verso Fai della Paganella.

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Nel giugno 2015, Wladimir Molinari, un podista di 45 anni, era stato inseguito nei boschi di Cadine mentre era con il suo cane. L’orsa KJ2 era stata individuata come responsabile dell’aggressione, che ha provocato varie ferite all’uomo. Negli occhi di tutti rimane ancora stampato l’artiglio rimasto impiantato nel torace del povero 45 enne che è rimasto sotto shock per anni.

Nel 2017, KJ2 è stata protagonista di un altro episodio il 22 luglio, quando ha aggredito Angelo Metlicovec, un pensionato di Cadine, a Terlago.  Metlicovec è stato ricoverato al santa Chiara con fratture multiple.

L’orsa è stata abbattuta a metà agosto 2017 sul Monte Bondone, suscitando polemiche. L’allora presidente della PAT, Ugo Rossi, è stato assolto il 11 maggio 2022, con i giudici che hanno stabilito che l’uccisione di KJ2 era necessaria a causa delle aggressioni e dei falsi attacchi da parte dell’animale.

In questi tre attacchi le vittime hanno rischiato di morire e si sono salvate per miracolo. 

Il 22 giugno 2020, un padre e suo figlio sono stati attaccati sul Monte Peller. Le indagini genetiche hanno individuato l’orsa JJ4 come responsabile, scatenando una battaglia legale che ha portato alla decisione di lasciarla libera.

Il 22 agosto 2020, ad Andalo, un giovane carabiniere viene attaccato sulla ciclabile mentre passeggia con la fidanzata dall’orso M57, che è stato catturato e trasferito in Ungheria dopo un periodo al Casteller. A pochi metri di distanza c’era un campeggio con una trentina di bambini. Il rischio che finisse male per molti allora è stato molto alto.

Il 5 marzo 2023, a Rabbi, Alessandro Cicolini, 39 anni, è stato attaccato alla testa e a un braccio mentre passeggiava con il suo cane a circa 1.800 metri di quota. Le analisi genetiche hanno identificato l’orso Mj5 come responsabile dell’aggressione; l’animale è stato poi ucciso e ritrovato nei boschi di Bresimo.

L’episodio più grave è avvenuto il 5 aprile 2023 nei boschi di Caldes, in Val di Sole, quando l’orsa JJ4 ha aggredito e ucciso Andrea Papi, di 26 anni. JJ4 è stata catturata il 17 aprile.

Poi è di questi giorni il finto attacco dell’orso a Molveno nei confronti di una turista svizzera con i tre figli piccoli.

In mezzo a questi gravissimi episodi che potevano finire in tragedia ci sono stati molti falsi attacchi, inseguimenti, e soprattutto centinaia di predazioni di mucche, asini e pecore con i conseguenti enormi danni economici per allevatori e agricoltori.

Aggressioni e distruzioni delle arnie per le api e addirittura un attacco ad una macchina parcheggiata durante la notte.  Per non parlare degli orsi visti girare beatamente per i paesi col rischio di incontrare bambini o anziani, oppure di quelli che hanno causato incidenti distruggendo autovetture di cittadini la cui colpa è stata solo di passare di la in quel preciso istante.

Per inciso: oltre allo spavento questi hanno dovuto pagarsi anche i danni. Tanto paga sempre Pantalone alla fine, e a nessuno interessa un granchè. 

10 anni di sangue e paura durante i quali non si è fatto nulla. Dove l’Europa ha dettato le sue regole e nessuno l’ha contrastata. L’orso è protetto quindi intoccabile. L’essere umano invece può essere carne da macello. A complicare ancora di più le cose le associazioni animaliste dentro le quali ci sono persone invasate e nullafacenti che di fatto stanno tenendo in ostaggio il Trentino con ricorsi e contro ricorsi che vengono tra il resto pagati anche con i nostri soldi.

Intanto la gente muore, o rischia di finire dentro i nostri ospedali. Alla fine i rappresentati del Trentino Alto Adige, che abbiamo eletto nell’ultimo decennio in Europa, non hanno risolto un tubo, ma nonostante questo sono stati eletti anche questa tornata. E potrei scommettere che fra 5 anni diremo la stessa cosa. In fondo se siamo dei masochisti poi non lamentiamoci troppo.

Ma che democrazia stiamo vivendo? È questa la libertà per la quale hanno combattuto i nostri padri e i nostri nonni? La libertà di essere inermi di fronte ad un semplice orso che può decidere la vita o la morte di noi tutti senza che nessuno possa fare nulla?

Ai posteri, all’Europa e a chi ci rappresenta l’ardua sentenza….speriamo non troppo tardi però.

A cura di Roberto Conci – direttore editoriale 

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