L Editoriale
Europa, che fare? Ci preoccupiamo di Putin ma i problemi sono ben altri

Il voto europeo ha evidenziato due mondi contrapposti, ma caratterizzati da un punto comune: la paura nel multiculturalismo.
Il multiculturalismo ci ha divisi tra chi lo teme e chi lo invoca. Alla luce di questo basta farsi un giro su Internet evitando i siti in odore di fake e basandosi solo su quelli attendibili come Istat o Avvenire per rendersi conto dei dati predittivi che si ipotizza modificheranno sostanzialmente l’Unione Europea nei prossimi anni.
E per prossimi anni si intendono un paio di lustri, forse anche tre.
Cosa cambierà? Basti solo pensare che nel 1960 L’Africa contava circa 284 milioni di abitanti, Ora si avvicina al miliardo e mezzo (Con stime di due miliardi e mezzo nel 2050) ed un cittadino africano su due ha meno di diciotto anni.
Stime demografiche parlano di circa duecento milioni di cittadini africani stabilizzati in Europa tra una decina d’anni, mentre la popolazione UE attualmente non arriva a cinquecento milioni ed è in alcuni Stati membri ferma, in altri, come l’Italia in calo.
Del resto avere figli in Italia, col reddito da fame che ci ritroviamo, significa gettare sul lastrico intere famiglie. Qui si rischia insomma di fare la fine del vecchio impero romano, scomparso dopo qualche centinaia di anni dall’apertura dei confini ai barbari.
Le sinistre si fregano le mani di fronte a queste cifre, vedendone messi di voti a loro favore, visto che la maggior parte sono per l’accoglienza incondizionata e fuori da quel controllo tacciato come “razzismo colonialista” che la destra invoca a baluardo di un soverchiamente totale delle nostre tradizioni.
Ma fermandosi a questo a mio parere non hanno capito nulla di quali siano i reali progetti delle Destre Europee.
I partiti di Destra anche i più nazionalisti, sanno benissimo che l’avanzata è inarrestabile, semplicemente va controllata con attenzione per vari ordini di fattori, uno su tutti l’integralismo estremista islamico che sta facendo sempre più presa nelle popolazioni africane.
Con molta probabilità rischia di avverarsi la profezia dello scrittore Houellebecq, ben descritta nel suo libro “Sottomissione”, che racconta di una Francia islamizzata proprio in virtù di accordi tra i partiti islamici e i socialisti. Forse quello che sta avvendendo ora tra le destre e le sinistre europee.
Il libro di Houellebecq, per nulla distante da una realtà prossima futura, racconta di un apparentamento tra islamici e socialisti per governare la Francia dove gli islamici non chiedono nulla di più che un ministero, ma non quelli chiave come Interno o Economia: solo quello della Cultura.
Non anticipo il resto, ma si può immaginare da soli la fine che faranno nel romanzo le donne nei posti chiave della cultura e dell’Intellighenzia anche di sinistra.
L’integrazione ora come ora è fuori dai binari, e di questo ne sono tutti consapevoli, anche larga parte delle Sinistre più sveglie, tranne forse i Radical-Chic con villa e conti in Svizzera. Ogni riferimento è voluto.
E sono d’accordo con gli intellettuali più accorti e ferrati in geopolitica quando affermano che il multiculturalismo ci è stato imposto. Il popolo italiano non lo ha mai voluto, qualcuno si è fatto “incantare” da Saviano e dalla Boldrini di turno quando dicevano che i migranti avrebbero portato un valore aggiunto e nuova ricchezza alla nostra bella Italia.
Come sono andate le cose lo abbiamo visto tutti, anche la Boldrini che se ne guarda bene dal toccare l’argomento dopo che i contribuenti hanno speso vagonate di euro per mantenere queste «risorse».
Un arabo egiziano figlio di un Imam: Hamed Abdel-Samad, che in passato si era avvicinato ai Fratelli Musulmani, ha capito che il multiculturalismo si può fare anche alla rovescia, ovvero studiare anche l’altrui pensiero religioso o politico o di appartenenza.
E naturalmente come tutti coloro che tentano di avere libertà di pensiero nel mondo radicale è oggetto di condanna a morte da parte dei radicalismi più spinti.
Quello che scrive può o meno essere condiviso dai più ma fa comunque riflettere: “Gli abusi nelle sottoculture dei migranti come l’islamismo, il crimine dei clan come la disintegrazione, sono stati tenuti segreti. L’Europa si è astenuta dallo sviluppare una cultura della leadership per la convivenza e ha sperato nelle sottoculture che i migranti hanno portato con loro. Ma una cultura accogliente senza una cultura dominante non ha senso”.
E ancora: “L’Europa non è più in grado di offrire un’identità positiva e sicura di sé né alla propria popolazione né ai migranti. La colpa dell’uomo bianco per il colonialismo, la schiavitù e l’Olocausto hanno lasciato un vuoto identitario che ora è riempito da ideologie radicali. Un’identità basata sulla colpa è repellente sia per la popolazione sia per i migranti. C’è l’odio per sé stessi e una mentalità socialista. Certa sinistra odia il capitalismo ma non può abolirlo. Non avendo potuto provocare una rivoluzione della classe operaia ora si allea con i migranti in quanto le presunte vittime del capitalismo. Non sono riusciti a conquistare le fabbriche e i mezzi di produzione; quindi, ora stanno conquistando la cultura e la lingua e cercano di distorcerli: il risultato sono il multiculturalismo e il politicamente corretto”.
Ma, approfondendo il suo pensiero: “I politici pensano strategicamente a breve termine, fanno affari con gli stati del Golfo e gli altri paesi islamici… (…) ma considerano bigotte e di destra le critiche all’islam e alla politica europea sull’immigrazione. Praticano una sorta di gerarchizzazione delle vittime: le vittime del razzismo bianco stanno al di sopra delle vittime del razzismo islamista e delle vittime della violenza interna dei migranti. Altri intellettuali sono solo codardi. Hanno paura degli attacchi islamisti e preferiscono tenere la bocca chiusa. Ma si vergognano di ammetterlo e di nascondersi dietro a una incompresa tolleranza”.
Interrogato in una intervista su ottimismo o pessimismo della ragione ecco cosa dice: “È tragico che i musulmani islamizzino l’Europa più di quanto l’Europa li europeizzi! (…) Temo che sia troppo tardi! Un sacco di dentifricio è stato spremuto fuori dal tubetto e ora stanno cercando di rimetterlo dentro a forza. L’Europa deve ripensarsi e affrontare l’islamismo. Ma non vedo volontà da parte della politica o degli intellettuali. Mancano il coraggio, la perseveranza e la fede nei propri valori”.
E noi stiamo ancora a preoccuparci di Putin…
A cura di Roberto Conci – direttore editoriale
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