BeFOODIE
L’Italia e il Trentino n°1 nel mondo per il turismo dell’olio

Con 360 e passa cultivar, migliaia di frantoi e una produzione al secondo posto nel Mondo (dopo la Spagna), l’Italia è all’avanguardia come capacità di trasformare un business produttivo millenario e tradizionale in un evento turistico al top.
Frantoi aperti è un evento che si gioca da alcuni anni dall’Umbria e si spinge fino all’estremo nord produttivo, il Garda Trentino.
Un appuntamento nel primo weekend di novembre, al culmine della raccolta olivicola, ma ormai le visite e l’esperienza in frantoio e nell’uliveto si possono affrontare sempre, approfittando di zone produttive o di olivi millenari, situate in territori secondari, rispetto alle classiche location da overtourism.
Essere al top per capacità di accoglienza è stato decretato dalla ricerca Compare the Market AU che ha stilato la classifica basandosi su 5 fattori chiave: il numero di sessioni di degustazione, le classifiche degli oli d’oliva locali e i dati dei social media.
L’Italia è al primo posto con ben 147 proposte di degustazioni di extravergine di oliva, ma al secondo posto con 2.194.110 tonnellate di olio d’oliva prodotto in 18 regioni su 20, con una escursione di taste di olio incredibile viste le varietà di olive.
Dal Trentino alla Toscana, alla Puglia o Sicilia l’escursione di sapori e profumi è incredibile. La Spagna propone solo numero 18 proposte di degustazioni, ma 5.965.080 tonnellate di olio d’oliva prodotto, la numero 1 al mondo, con poche varietà, una produzione intensiva.
Gli altri paesi produttori come Grecia (65 degustazioni), Turchia (4), Argentina (7), Portogallo (6) e Australia (11) sono lontanissime dal primato oleoturistico italiano! Ma altri paesi come Albania, Marocco e Tunisia non propongono nessuna degustazione.
Quasi ovunque i turisti italiani e stranieri in stagione turistica piena o anche e soprattutto nelle stagioni intermedie, possono scoprire il mondo dell’olivicoltura che si articola fra degustazioni, campeggi sotto gli ulivi, merende, voli in mongolfiera sopra gli uliveti, camminate e trekking, abbinando spesso i percorsi per questa nuova forma di turismo, che ripercorre antiche strade millenaria come via Claudia-Augusta, la via Francigena, il percorso di San Francesco.

L’Italia e il Trentino nr 1 nel mondo per il turismo dell’olio
Si sa, gli olivi spesso sono presenti in territori scoscesi, collinari o semi-montani, in prevalenza in piccoli comuni. Un grande vantaggio per le imprese agricole e i consumatori: le esperienze a pagamento integrano il reddito dell’azienda agricola e aiutano a potenziare gli acquisti di prodotti in modo diretto in azienda e online in seguito, garantendo formazione e cultura sull’EVO che è spesso molto trascurata.
Troppo spesso l’extravergine è usato dai supermercati come promozione scontata ed è di fatto una commodities. I recenti aumenti dei prezzi hanno spostato molte fasce di consumatori verso oli diversi come l’olio di girasole
L’olio di oliva infatti è sinonimo di benessere oltre che di buona cucina, ma la conoscenza spesso è relegata solo all’informazione pubblicitaria dei grandi brand. Solo gli oli di alta gamma e di lusso sono accompagnati da formazione, degustazione e trasmissione di valore anche del fruitore. Molti passi avanti sono stati fatti anche da Inlfuencer e trasmissioni televisive, ma molto rimane ancora da fare.
Quando noi di BeFOODIE abbiamo ideato uno degli EVO più costosi del mondo, un prodotto di lusso del Garda Trentino, siamo stati tacciati di follia del marketing. Ma è stato anche grazie ai tanti sforzi profusi da tutta la filiera e alla visione di collaborazione con il turismo di lusso rurale, che oggi possiamo sicuramente vantare questo primato nell’accoglienza in frantoio.
Un’ultima considerazione: il punto di debolezza italiano cioè la grande numerosità di cultivar e l’impossibilità di fare una produzione intensiva vista la morfologia del territorio.
Per l’oleoturismo è un punto di forza: ogni area potrà proporre oleo-esperienze differenti, abbinamenti con la cucina del posto e, soprattutto, gli olivicoltori potranno far valere competenze professionali di alto profilo adatte a far restare in azienda i giovani.
Facile? Sicuramente no, ma godiamoci questo primato mondiale che abbina benessere e cura della salute per ciò che si mangia, per l’attività fisica open-air a cui si aggiunge la tutela del paesaggio a fronte di un cambiamento climatico di cui non abbiamo ancora visto tutte le ricadute.
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