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Birra Zero alcool: vero boom ma non in Trentino

Anche negli stadi inglesi si serve, per la prima volta, la birra low e zero alcool. Tutte le industrie brassicole hanno inserito uno o più prodotti senza gradazione alcolica. Anche le italiane artigianali, timidamente, lo stanno facendo, e sicuramente il processo non si ferma più! E questa riduzione di gradazione alcolica varrà sicuramente anche per il vino, ineludibile.
È notizia di oggi che per la prima volta l’Arsenal inglese servirà allo stadio la birra analcolica con tanto di sponsorizzazione di un brand statunitense. Una scelta che sancisce il trend che in Gran Bretagna e in tutta Europa vede le no e low-alcohol in aumento di vendite. Bere a bassa gradazione o senza alcool, soprattutto per le giovani generazioni, è ormai un must.
Ricordiamo che anche alla scorsa edizione della famosa Oktoberfest di Monaco erano presenti proposte a bassa gradazione alcolica o senza alcool! E se accade nell’impero della birra, immaginiamo un andamento inarrestabile. Come è avvenuto per il senza glutine: all’inizio i pionieri e poi via via un fenomeno più diffuso.
A chi va il merito? Risultato probabilmente di decenni ci campagne contro l’uso esagerato di alcolici nelle svariate riunioni sportive, in cui l’abuso tanti danni aveva generato, nel pre e post partite.
Così come nel rito dello sballo di alcolici nei weekend e quando si è alla guida. Risultato salutista, per chi ha colto le tante indicazioni di limitare l’uso dell’alcool e, soprattutto, risposta dei produttori per non trovarsi a fare i conti con fette di mercato mancanti.
I dati europei ce la dicono tutta: nel 2023 è aumentata la produzione di birra analcolica del +13,5% dei paesi dell’Unione europea mentre, secondo dati Eurostat, rispetto al 2022, la produzione di birra con alcol è scesa del -5%.
I paesi Ue hanno prodotto nel 2023 circa 32,5 miliardi di litri di birra contenente alcol e 1,8 miliardi di litri di birra con meno dello 0,5% di alcol o senza alcun contenuto di alcol Secondo le stime Eurostat un totale di 34,3 miliardi di litri. Attenzione però ai prezzi: la birra analcolica ha fatto nel 2023 un +3,6% di prezzo: come sempre, l’innovazione di prodotto porta a ottenere un premium di prezzo sul mercato.
E sul fronte delle birre artigianali Trentine e italiane come siamo messi? In Trentino alto Adige pochissime sono le offerte di birra analcolica artigianale. Anche se le birre artigianali sono davvero una nicchia, rispetto al mercato brassicolo nazionale fatto di grandi marche globali.
Chiediamo a Maurizio Menta, punto di riferimento del settore birre artigianali per il Trentino, con una visione e esperienza nazionale e internazionale: “Iniziano i consumatori trentini e non solo giovani, a chiederci le birre artigianali low alcool e dall’autunno proviamo a inserirle nel nostro locale anche alla spina.
Sicuramente le prime birre avevano qualche problema di qualità di prodotto, ma oggi sono davvero cambiate e stanno ottenendo un buon livello qualitativo e di taste. – conferma Maurizio – Peccato che in Trentino siano davvero pochissimi i micro-birrifici che investano sul prodotto low e zero alcool, mi risultano un paio di produttori che molto timidamente stano affrontando il tema.
Dal punto di vista italiano per l’ho.re.ca. sono una paio i produttori artigianali che si stanno muovendo perché il no alcool o bassa gradazione alcolica ha un problema di qualità del prodotto e dell’esperienza gustativa. E qui gli amanti della birra artigianale non ti perdonano un livello qualitativo più basso in nessun prodotto, quindi i produttori piccoli non vogliono rischiare la reputazione. Sicuramente le cose cambieranno a breve per non perdere una tendenza così importante per il mercato!
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