Val di Non – Sole – Paganella
Nove anni senza Alice Magnani. Il suo sogno continua grazie a «Tabaka Mission Hospital’s Friends»

Oggi cade il nono anniversario della morte di Alice Magnani. Il cuore di Alice Magnani ha cessato di battere nove anni fa verso le 20.00 mentre stava percorrendo la statale del Brennero all’altezza di Dolcè.
Un incidente frontale violentissimo che non ha lasciato alcuna via di scampo alla giovane campionessa di tamburello di Segno, frazione del nuovo comune di Predaia.
Aveva solo 22 anni, e di ritorno da una allenamento, ha lasciato sogni e speranze, dolore e tanta nostalgia nei genitori e in tutti coloro che l’avevano conosciuta ed amata.
Il ricordo, le speranze e i sogni di Alice continuano ad essere ricordati da un’associazione, fondata dal papà Dino, che opera nel suo nome e ricordo: «Tabaka Mission Hospital’s Friends»
Tra i sogni di Alice c’era infatti l’aiuto per le popolazioni povere dell’Africa. L’associazione nata in Trentino, serve di supporto per i progetti dell’ospedale di Tabaka, fornisce un volontariato funzionale per la tipologia di necessità che si affronteranno in futuro, questo per evitare inutili sprechi che invece che aiutare mettono in difficoltà il progetto.
Per ricordare Alice in Kenya è stato intitolato il reparto pediatrico dell’ospedale di Tabaka. Inaugurato il 1° gennaio 2018 è una sorta di ponte servito a mantenere vivo il Sogno di Alice, un sogno che si basava su una parola che nella vita può fare la differenza: Credici!
Recentemente l’associazione nata nel suo ricordo, «Tabaka Mission Hospital’s Friends» ha presentato il bilancio del 2022.
Dalla sua nascita sono stati numerosi i progetti portati a termine dalla nascita dell’associazione. Nel nome di Alice Magnani è stato realizzato anche “Sogno di Guarigione”, film documentario realizzato dal regista Massimo Gabbani, in collaborazione con l’associazione “Il Volo” di Padova, che racconta la storia di Alice Magnani, giovane campionessa di tamburello, malata di artrite reumatoide.
Un messaggio, quello lasciato da Alice, che contiene in sé tutta la forza, il coraggio e la tenacia di una campionessa che non ha mai mollato e che è stata sconfitta solo dalla tragica morte avvenuta sulla Statale vicino a Dolcè 6 anni fa proprio a quest’ora. Il destino beffardo ha messo fine alla sua vita ma non certo al suo ricordo. Ma il suo sogno continua, grazie all’impegno dei genitori e dei volontari.
CHI ERA ALICE MAGNANI: Alice era una ragazza con una forza eccezionale, abituata alle sfide da affrontare fin da quando era bambina. Conviveva con una forma giovanile e invalidante di artrite reumatoide, chiunque le sconsigliava l’attività sportiva. Eppure non solo si è appassionata al giuoco del tamburello, ma è diventata campione mondiale della specialità indoor.
Su ognuno dei tamburelli con cui si cimentava, c’era la scritta “credici”. Non solo, Alice Magnani, originaria del Trentino, si spendeva per raccogliere fondi per i bambini nati con la stessa sua malattia. Per il suo impegno e la sua dedizione, il suo voler andare oltre i limiti imposti dal destino e le affermazioni sportive, Alice era stata anche premiata dal Presidente del Coni Giovanni Malagò a Roma.
Nel maggio del 2015 fa Alice è rimasta vittima di un incidente stradale. La sua volontà e i suoi sogni si sono spezzati a soli 22 anni. A ricordarla ai funerali sono stati in oltre 2.000. Ma oggi, a sette anni di distanza, uno di quei desideri si è realizzato, grazie all’associazione creata dal padre Dino, da tanti amici e conterranei di Alice e dai padri camilliani dell’ospedale della missione di Tabaka, in Kenya.
Non lo ha potuto fare fisicamente, ma a suo nome ora è dedicato il reparto di pediatria dell’ospedale, nella Contea di Kisii non lontano dal Lago Vittoria, ultimato grazie alle donazioni arrivate in nome della figlia.
Nel suo nome è stato realizzato anche “Sogno di Guarigione”, film documentario realizzato dal regista Massimo Gabbani, in collaborazione con l’associazione “Il Volo” di Padova, che racconta la storia di Alice Magnani, giovane campionessa di tamburello, malata di artrite reumatoide.
Un messaggio, quello lasciato da Alice, che contiene in sé tutta la forza, il coraggio e la tenacia di una campionessa che non ha mai mollato e che è stata sconfitta solo dalla tragica morte avvenuta sulla Statale vicino a Dolcè 9 anni. Il destino beffardo ha messo fine alla sua vita ma non certo al suo ricordo.
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