Trento
Disegno di legge «Zerosei»: per oltre 150 scuole d’infanzia è «un salto nel vuoto»

Oltre 150 scuole dell’infanzia Trentine protestano per la legge 135, he considerano un «salto nel vuoto»
Il disegno di legge «Zerosei» che sarà votato in aula l’8 marzo, per innumerevoli docenti rappresenta «L’ennesimo attacco alla Scuola dell’infanzia»
Il ddl è stato proposto da Vanessa Masè (La Civica nella foto)) e si basa sull’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione per l’infanzia.
La proposta, che modifica la legge provinciale sugli asili nido del 2002, era stata molto emendata ed è stata approvata in quinta commissione con 4 voti favorevoli (Gianluca Cavada, Mara Dalzocchio, Luca Guglielmi, Devid Moranduzzo) e 3 astensioni (Lucia Coppola, Paola Demagri, Lucia Maestri).
Secondo le docenti delle oltre 150 scuole d’infanzia «la politica mette sotto i piedi l’autonomia, chi nella scuola lavora, gli esperti, gli organi rappresentativi… Oggi tocca alla scuola dell’infanzia, ma domani toccherà ad altri. “…Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare…” B. Brecht».
Cosa non va in tutto ciò? Perché le insegnanti, e non solo, sono così contrariate da opporsi in tutti i modi possibili? «Sappiamo che esiste una normativa (L.107/2015 e D.Lgs 56/2017), rispetto alla quale però – rispondono le docenti – il Trentino ha quell’autonomia che gli consente anche la libertà di non promuovere una legge. Non significa abdicare ad un compito, bensì salvaguardare l’eccellenza già in essere. Nel programma elettorale con il quale questa maggioranza si è presentata agli elettori non vi è traccia alcuna di voler stravolgere la scuola dell’infanzia in nome di una legge nazionale 0/6 e nemmeno di voler apporre pesanti cambiamenti al calendario scolastico.
In merito a quest’ultimo punto, in risposta ad una interrogazione del Consigliere Leonardi, l’assessore Bisesti si era dichiarato nettamente contrario avvalendosi di precise e competenti dichiarazioni pedagogiche e istituzionali. Ci pare di leggere in questa azione un certo personalismo da parte di chi persegue ostinatamente questo DDL che non ha visto coinvolta la Scuola dell’infanzia, quasi fosse il risultato di una cricca della carboneria.
Non sono stati fatti né passi seri per far conoscere come il resto d’Italia e l’Europa si muove, né come si può interpretare la nostra autonomia. Con questo decreto si intende introdurre profondi cambiamenti nella scuola dell’infanzia, nell’impianto da 0 a 6 anni, con una modalità impositiva.
Non sono state coinvolte le insegnanti, non le educatrici di nido, non pedagogisti e tecnici del settore, non l’organo rappresentativo di tutti (genitori compresi) quale il Consiglio Educativo Provinciale. Come può avere buon esito un’operazione che non si comprende, che innesca contrapposizioni scuola- non scuola, che dice di andare incontro alle famiglie, scambiando forse quattro soldi per una scarsa qualità duratura.
Bisognerebbe andare incontro alle famiglie permettendo di essere loro i principali attori della crescita dei figli, offrendo loro gli strumenti sociali/economici/ il tempo giusto per essere genitori!
Si introducono nuovi servizi per bambini da 0 a 6 anni, senza fornire la cornice entro la quale essi dovranno stare: sarà una giungla o saremo alla mercé delle bizze della in-competenza di ogni Giunta Provinciale?Perché noi lavoratrici non siamo state interpellate? Il modo è quello del
contentino, non quello del confronto. Siamo in svendita? Non sappiamo più fare scuola?
La qualità della scuola viene lasciata ora alla buona volontà delle singole insegnanti: vi immaginate cosa potrebbe succedere se anche la buona
volontà venisse annullata? I principi di qualità che sono una bussola a livello nazionale ed internazionale non fanno per il Trentino? Si maschera come intervento a favore delle famiglie ciò che diventa un disfare l’esistente e non prestare attenzione alla qualità. E dire che anche molte delle nuove strutture per i nidi d’infanzia 0-3, finanziate dal PNRR, sono state approvate e sono logisticamente lontane dalle scuole dell’infanzia: il contrario di ciò che serve all’infanzia e alle famiglie! Presi in giro noi e la nostra Autonomia!
Viene portata avanti una legge come se dovesse esprimere i principi pedagogici ed è però mancante di quella cornice che permetterà poi di funzionare senza interpretazioni fantasiose. Chi opera nella scuola è disponibile al confronto e rigetta questo DDL!» – concludono le docenti delle 150 scuole trentine
Contrarie al provvedimento sono le scuole di: Cavedago, Cles “Casa del sole”, Cunevo, Fai della Paganella, Grumo San Michele, Rallo, Roverè della Luna, San Michele all’Adige, Sporminore, Vervò, Livo, Pellizzano, Cogolo, Monclassico, Cavareno, Mezzana, Ruffrè-Mendola, Mione di Rumo, Castelfondo, Sarnonico, Rabbi, Romeno, Terzolas, Mollaro, Dambel, Mechel, Segno, Smarano, Tuenno, Vermiglio, Tonale, Coredo, Taio, Torbole, Spiazzo Rendena, Tierno – Mori, Rovereto Lizzana “Girogirotondo”, Rovereto – Fucine, Rovereto – Rione Sud, Anghebeni, Mori Peratoner, Rosmini di Rovereto, Tiarno di Sopra, Borgo Valsugana, Vezzano, Cavedine, Bolognano, Varone, Darzo, Carisolo, Massone, Quadra – Cavrasto, Ischia, Susà, Madrano, Barco, Caldonazzo, Calceranica, Fornace, Condino, Pieve di Bono, Mezzocorona, S. Antonio Trento, Brentonico, Noriglio, Mattarello, Romagnano, S Giuseppe Trento, Villazzano, San Donà, Canossiane, Torrione, Lavis Coesi di via Felti e Colli, Ravina, Cimone, Madonna di Campiglio, Mezzolombardo, Novaledo, Villa Agnedo, Zanella, Trambileno, Pedersano, Ala, Sant’Orsola, Rizzolaga, Miola, Casatta, Nago, Sarche, San Lorenzo in Banale, Novaledo, Villalagarina, Borgo Sacco, Serso, Storo, Vigolo Vattaro, Fierozzo, Cristo Re Trento, Rodari, Piccolo Principe, Terragnolo, Calavino, Cadine, Vigo Meano, Ronchi, Valsugana, Tezze, Pieve Tesino, Dro, Castelnuovo, Giovo, Meano, Melta, “Biancaneve” di Gardolo, “Pilcante” di Ala, Zambana, Don Panizza di Lizzana, Roncegno, Strigno, Marter, Terlago, Zuclo, Bolbeno, “S. Alessandro” Pietramurata, Padergnone, Baselga di Pinè, Torcegno, Besenello, Calliano, Molina, Seregnano, Terragnolo, Roncogno di Pergine, Solteri, Castellano, Martignano.Inoltre 14 insegnanti di Arco, 3 della scuola di Volano, 2 di Ospedaletto, 3 di S. Giorgio di Rovereto, 10 di Levico Terme, 2 del Tambosi, 5 “Scuola Arcobaleno” Cles, 2 di Denno, 5 scuola Pedrotti, 11 “Giardino” di Riva, 9 di Vannetti, 11 del “Giardino” di Riva, 3 di Vigo Cavedine, 15 per Romarzollo, 3 di Dimaro, 8 scuola di Levico, 15 di Rione Degasperi, 9 di Povo, 12 di Aldeno, 1 di Faver Altavalle, 5 di Scurelle, 7 di Piedicastello, 4 di Telve, 1 di Bieno, 17 insegnanti di Chimelli 1, 22 di Chimelli 2, 2 di Pinzolo.
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