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Trento

Scintille sul Corridoio est, gli ordini lamentano la mancanza di coinvolgimento ma i Geometri sono assenti

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Lungo intervento di Paccher in difesa del progetto: «La Valsugana merita rispetto»

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Mattinata di tensione in terza commissione dove si sono svolte le audizioni al disegno di legge di variante al piano urbanistico provinciale che porta la firma dell’assessore Mattia Gottardi: una proposta non emendabile, che allarga l’ambito di connessione per una possibile pianificazione del corridoio est.

Ad accendere la miccia in modo molto polemico gli ordini dei Geometri, Ingegneri ed Architetti che hanno lamentato il mancato coinvolgimento nelle scelte.

Il rammarico a nome dell’ordine degli architetti e delle professioni tecniche lo ha espresso Marco Piccolroaz, per il mancato coinvolgimento nella fasi di elaborazione della proposta. «Ci troviamo a ragionare su un ddl già pronto, senza che siano state coinvolte le professioni tecniche che rappresentano per noi un valore imprescindibile» – ha notato.

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Un pensiero condiviso anche dagli altri soggetti intervenuti Claudio Maurina (agronomi e forestali) e Maurizio Tomazzoni (Istituto nazionale di urbanistica (INU). Quest’ultimo ha aggiunto di aver inteso che la proposta non è di pianificazione generale e nemmeno una variante, quanto piuttosto l’apertura ad un corridoio su cui avviare un’analisi territoriale. «In una siffatta proposta c’è poco spazio per un’analisi urbanistica – ha chiarito – quanto piuttosto per un’analisi tecnica o delle ricadute economiche e turistiche. L’infrastrutturazione stradale va considerata infatti in rapporto al modello di sviluppo. Ci auguriamo che questo passaggio rappresenti un buon modo per cominciare a fare una riflessione più coinvolgente e mettere in campo un serie di elementi di progettualità per il futuro».

La presidente di INU Anna Viganò si è aggiunta al rammarico espresso dai colleghi, notando come il documento non rappresenti di fatto una programmazione generale e non tenga conto delle dinamiche territoriali: bisogna cercare di gestire un’opera pensando all’impatto sull’intero sistema non solo su un singolo territorio.

Piccolroaz ha altresì rilevato il mutamento del sistema di trasporto e della mobilità, di cui, ha detto, conosciamo le criticità: da questo punto di vista, l’inserimento di una nuova arteria, più che rappresentare una decompressione potrebbe a nostro avviso aggiungere delle criticità e penalizzare un territorio già in grande sofferenza. «A valle condivido il fatto che inserire un progetto di questo tipo come una sorta di variante rischia di essere un episodio decontestualizzato da un obiettivo e da una prospettiva politica futura».

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Silvia Filz, consigliera dell’Ordine degli ingegneri, si è detta allineata con i colleghi sia negli argomenti, sia nell’espressione di amarezza iniziale.

A destato molta impressione l’assenza di Flavio Zanetti presidente dei Geometri che nonostante l’allineamento con i colleghi non si è fatto vivo senza nemmeno spiegare i motivi dell’assenza. Un’assenza ingiustificata che ha pesato (sotto la convocazione)

Il rappresentante di una categoria così nutrita ha senza dubbio perso una grande occasione per partecipare al dibattito. Ora i Geometri non potranno certo dire che non sono stati coinvolti. Per l’ordine dei Geometri una grande occasione persa.

Il dibattito è stato piuttosto incalzante su tema, il consigliere Roberto Paccher (Lega) ha dubitato che gli ordini abbiano focalizzato bene il tema: qui non si parla della Valdastico e non c’è ancora una progettazione. Oggi l’atto è quello di ampliamento del corridoio all’interno del quale individuare in futuro un’eventuale progettualità, ancora da pensare. Il coinvolgimento parte da oggi in poi.

L’architetto Marco Piccolroaz ha precisato che gli ordini professionali, all’interno di un dibattito di condivisione degli aspetti di sviluppo di un territorio, danno anche un contributo preliminare sostanziale sugli scenari futuri, al di fuori della pratica trascrizione degli obiettivi sulla carta.

A margine della riunione Roberto Paccher è intervenuto su quanto successo: «Sono rimasto molto soddisfatto del giudizio positivo arrivato da parte delle categorie economiche. Confesercenti, Confindustria, Cpi e Ance, Artigiani e Asat che non solo hanno espresso parere favorevole ma hanno pure elaborato un documento puntuale dove mettono in evidenza tutti gli aspetti positivi e le ricadute economiche per il Trentino derivanti dalla realizzazione di quest’opera. Un parere, autorevole elaborato da persone concrete che contribuiscono in modo significativo al Pil del Trentino. Gente che lavora, produce ricchezza, a cui sta a cuore che il Trentino sia ben collegato con strade veloci e sicure»

Poi l’attacco agli ordini professionali: «I rappresentanti di Ingegneri, architetti, dottori forestali e agronomi si sono dichiarati irritati per il fatto di non essere stati coinvolti in precedenza e si sono lamentati per non essere stati interpellati prima. Mi è parsa una presa di posizione più politica che tecnica, oltretutto immotivata. La commissione provinciale, con la convocazione degli auditi, è l’organo per eccellenza preposto al confronto. È singolare esimersi dal farlo quando si viene coinvolti adducendo come motivo il mancato coinvolgimento».

Per Paccher «La variante non si occupa affatto di questioni tecniche o progettuali, limitandosi a prevedere un allargamento del corridoio dove eventualmente prevedere il completamento. Il loro coinvolgimento come parti audite, riguardava quel tipo di atto amministrativo. Le considerazioni politiche le fanno i consiglieri provinciali».

E ancora: «La proposta di variante, già approvata in preadozione in giunta provinciale, è il prosieguo di un ragionamento sul tappeto da decenni. Come ha sempre detto il presidente della Provincia Maurizio Fugatti la decisione ultima su quel tratto spetta al concessionario autostradale ma la nostra amministrazione non ha mai fatto mistero di essere pienamente a favore del completamento della A31. Invece la discussione, in previsione dell’arrivo del documento in Consiglio, è sterile. Il no al completamento si basa su argomentazioni idelogiche con argomenti triti e ritriti ma niente di nuovo.

Oggi in commissione il consigliere Zanella ha rispolverato la storia che se facciamo una viabilità più scorrevole i Trentini vanno a fare la spesa in Veneto dimenticando che chi vuole andare in Veneto a fare shopping ci va già, e che invece che la Valdastico favorira’ anche i Veneti a venire in Trentino (che sono 10 volte di più di noi.) Turisti che possono arrivare nei nostri Hotel, ristoranti, impianti sportivi, laghi ecc. più velocemente aumentando quindi i potenziali clienti provenienti dalla regione vicina. Poi è uscito il solito ritornello che la Valdastico non toglierà traffico dalla Valsugana perché il traffico è indotto principalmente dalla stessa Valsugana».

Secondo il presidente del consiglio regionale il parere di Zanella comprende una grandissima inesattezza. «Se così fosse come si giustificano le decine di chilometri di coda che ogni fine settimana paralizzano la SD 47 da Grigno a Bassano del Grappa? Come si giustificano le quasi 2 ore di tempo per fare meno di 30 km? Qualcuno prima di parlare ha fatto la Valsugana un qualunque giorno della settimana a qualsiasi orario per rendersi conto dei flussi di traffico provenienti dal Veneto?»

Paccher termina il suo intervento come un fiume in piena: «Per rafforzare il no alla Valdastico si continua poi a dire che i territori si sono espressi contro. Ma Quali comuni? Tolti quelli interessati come Vallarsa, Rovereto ed alcuni altri di quella zona, occorre notare come da parte degli altri comuni del Trentino non ci fosse stata alcuna contrarietà. Non solo. Dalla Bassa Valsugana è arrivato un sì convinto e unanime al completamento. Segno di una situazione ormai al collasso per la viabilità della valle.

La Valsugana non merita altrettanto rispetto? Quante umiliazione devono sopportare ancora gli abitanti di questa valle? Perché questo tira e molla che va avanti da anni, questo immobilismo, questa chiusura ideologica (anzi illogoca) ha progressivamente e inesorabilmente continuato ad appesantire la Valsugana. Solo per dovere di cronaca chi non vuole la Valdastico non vuole nemmeno il tunnel di Tenna, le 4 corsie da Novaledo a Levico Terme, la messa in sicurezza e le 4 corsie ad Ospedaletto. Insomma il solito partito del No che ha paralizzato negli ultimi decenni il Trentino ed in particolare la Valsugana».

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