Trento
Grandi carnivori, Paccher: «Se non si interviene la montagna muore»
Il consigliere della lega interviene dopo l’annunco della chiusura di Malga Tuena

“La chiusura forzata di un’attività di montagna per l’impossibile convivenza con l’orso è fatto grave. E dimostra come gli interventi che l’amministrazione provinciale sta mettendo in campo siano urgenti e necessari”. Lo stop all’attività di Malga Tuena, nella zona del
lago di Tovel, annunciato dai gestori, trova nel consigliere della Lega Roberto Paccher una reazione forte e tutt’altro che improvvisata.
Come scritto nell’articolo pubblicato ieri dal nostro quotidiano i gestori della Malga Tuena hanno deciso di chiudere anche per la continua predazione di animali da parte dei grandi carnivori.
Roberto Paccher parla di problema grave: «Noi ci battiamo da tempo in ogni modo per riportare in sicurezza le attività di chi in montagna ci vive e ci lavora. Quando i gestori di Malga Tuena si dicono costretti ad alzare bandiera bianca di fronte a decine e decine di predazioni dell’orso nei confronti del proprio bestiame, chiuderanno l’attività già questa settimana, siamo di fronte ad un problema grave. Si sta purtroppo verificando quello che tremavamo e che da anni stiamo dicendo. Se non si interviene la montagna muore. E lo fa perché per quasi 29 anni si è lasciato crescere a dismisura lo sciagurato progetto di Life Ursus. Una reintroduzione nelle valli trentine di un pericoloso predatore voluta dal centrosinistra e che solo fino a qualche anno fa l’ex assessore Michele Dallapiccola descriveva come una risorsa».
Il presidente del consiglio regionale avverte anche sulla pericolosità dei lupi: «Tra mille difficoltà, minacce ed il tappo europeo di una serie di norme anacronistiche in difesa dei predatori – non va dimenticato anche il lupo, responsabile appena la settimana scorsa di aver sbranato 16 pecore».
E ancora: «Questa giunta provinciale si sta battendo invece per ridare sicurezza e tranquillità alla montagna trentina e lo fa con l’assessore Roberto Failoni e il presidente Maurizio Fugatti che non si è mai risparmiato sulla questione grandi carnivori. Una malga che chiude per una impossibile convivenza con l’orso e’ una notizia che deve dare ancora piu’ convinzione alla determinazione per ridurre il numero di grandi predatori, senza se e senza ma, come avviene del resto da sempre in Paesi non troppo distanti da noi, come ad esempio la Slovenia. Ci vuole determinazione e compattezza e mi auguro che finalmente anche chi ha voluto questo progetto poi scappato di mano, sostenga le iniziative che servono per ridare le montagne ai Trentini».
Purtroppo i numeri della gestione dei soli orsi è impietosa. Negli ultimi 10 anni sono state 11 le gravi aggressioni a persone da parte degli orsi (in alcuni casi solo per un miracolo non ci è scappato il morto). Sul progetto Life Ursus pesa anche la tragica morte di Andrea Papi aggredito il 5 aprile del 2023 sopra Caldes.
Nella decade appena passata sono stati 400 gli avvistamenti degli orsi vicino alle abitazioni, 35 falsi attacchi e circa 300 capi di bestiame uccisi solo dagli orsi.
I danni per allevatori, pastori e agricoltori ammontando a oltre i 650 mila euro. E la preoccupazioni maggiore sono i lupi che delineano uno scenario futuristico inquietante e pieno di punti di domanda.
I danni che lo scriteriato progetto «Life Ursus» sta portando al Trentino in termini economici e sociali continuano ad essere devastanti e purtroppo sotto gli occhi di tutti.
A fronte di quanto sta accadendo non si riesce ad arginare l’avanzata dei grandi carnivori che continuano a moltiplicarsi predando tutto quello che trovano sulla loro strada. È finché questi animali rimarranno «protetti» non si potrà fare molto.
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